Prima una malattia al fegato l’ha costretta a letto, poi, a peggiorare ulteriormente le sue condizioni è arrivato anche il cancro. Camilla Serafini ha 29 anni, e sa benissimo cosa vuol dire lottare da quando aveva solo 9 anni. Quando era solo una bambina infatti ha già dovuto subire un trapianto delicato di fegato, e quando ne ha compiuti 24 gli è arrivata all’improvviso anche una diagnosi choc: il cancro. Grazie al suo coraggio e alle cure dei medici, Camilla era riuscita a sconfiggerlo. Un triste destino però ha segnato di nero di nuovo la strada della 29enne: “la grande bestia” è comparsa di nuovo. Senza perdersi d’animo, la giovane originaria di Carbonia, in Sardegna, si è trasferita a Roma per sottoporsi ad una terapia sperimentale, dalla durata di 1 anno, per poter guarire e realizzare i suoi sogni. Ma le cure costano, e così Camilla che da anni racconta sui social la sua malattia, ha deciso di lanciare una raccolta fondi per poter guarire. L’obbiettivo è di raggiungere 300mila euro nel più breve tempo possibile.

La piattaforma in cui si può fare una donazione per salvare la vita di Camilla è GoFundGoFundMeMe. A supportarla nella raccolta fondi i suoi amici, tra cui Denise, che conosce Camilla da quando entrambe avevano 11 anni. Frequentavano la stessa classe e da allora non si sono mai separate, anche quando la malattia sembrava avere il sopravvento. “Ci siamo conosciute che avevamo 11 anni – ha raccontato Camilla a Fanpage.it -. Ora Camilla è a Roma insieme al fidanzato Daniele per sostenere le sue cure. Abbiamo lanciato una raccolta fondi con la quale siamo già arrivati a 95mila euro. Dobbiamo arrivare a 300mila, ma con l’aiuto di tutti siamo sicuri che ce la faremo”.

Il calvario di Camilla è cominciato quando aveva solo 9 anni e le è stata diagnosticata una rara patologia al fegato. A 15 anni è stata sottoposta a trapianto e le cose hanno cominciato ad andare finalmente per il verso giusto. Ma qualche anno dopo è arrivato anche il cancro, che per la precisione nel suo caso si chiama Ptld (Malattia linfoproliferativa post-trapianto), che se ne è andato per due volte, dopo vari cicli di chemioterapia, ma che è tornato più forte di prima nei mesi scorsi, a settembre 2020. Considerate le sue patologie pregresse e la rarità del suo contesto patologico, ha bisogno di terapie avanzate, basate sull’uso di anticorpi monoclonali, alle quali in Italia è potuta accedere solo tramite il Centro Oncologico privato della clinica Villa Margherita, a Roma. E i miglioramenti da quando ha cominciato questa cura si vedono, a cominciare dal fatto che non ha più bisogno della sedia a rotelle per spostarsi ma riesce a camminare da sola.