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Manovra, Calenda critica la Meloni: “È una presa in giro”

A 24 ore di distanza, fa ancora discutere la conferenza stampa con cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato il contenuto della manovra economica appena approvata dal consiglio dei Ministri. Da una parte ci sono i giornalisti, con in testa il direttore de La Stampa Massimo Giannini, che si lamentano del fatto che il premier non abbia voluto rispondere a tutte le loro domande. Dall’altra c’è chi, come il leader di Azione Carlo Calenda, non si fida per niente delle prole della Meloni.

Calenda critica la Meloni

“Trovo questa manovra una grande presa in giro: innanzitutto degli elettori della destra. – sentenzia Carlo Calenda presentando in Senato la contromanovra di Azione e Italia Viva – Tutte le promesse elettorali sono state disattese. Pensate che Berlusconi ha fatto tutta la campagna elettorale promettendo il raddoppio delle pensioni minime a mille euro. Sapete quanti soldi gli arrivano rispetto alla normale rivalutazione? Sei euro al mese. Non c’è una visione del Paese, non c’è niente. Alla fine succederà quello che è sempre successo: la pressione fiscale aumenterà. È una manovra totalmente priva di idee”.


“Hanno promesso che avrebbero abolito la legge Fornero, fanno un intervento completamente idiota perché si rivolge a 42mila persone e ha un costo nella legislatura di 3,5 miliardi, in un sistema che porterà, ammesso e non concesso che ritocchino ancora la Fornero, il costo delle pensioni 58 miliardi di euro in più in tre anni, più un calo della spesa strutturale e per il welfare nell’ordine del 15% reale. Stiamo parlando un disastro”, affonda ancora il colpo Calenda contro il governo Meloni.

“Le opposizioni non è che vanno in piazza, vanno in Parlamento e propongono le modifiche che ritengono necessarie. – sottolinea Calenda – Ritengo drammatica la discesa della spesa sanitaria, in termini reali è un calo attorno a 10 punti percentuali con la gente che ci mette 13 mesi per fare una tac. Stiamo mandando al collasso il servizio sanitario nazionale. Andate in pensione qualche anno prima ma vi dovete pagare tutte le cure, è un bell’affare? Funziona? Dicevano flat tax per tutti, ma è diventata una flat tax solo per le partite iva fino a 85mila euro generando il fatto che un dipendente con quel reddito paga 27 mila euro di tasse e una partita iva 9 mila. La logica qual è?”, conclude.

“Il reddito di cittadinanza lo vogliamo sostituire con una proposta: l’imposta negativa. – propone invece il deputato renziano Luigi Marattin – Un sistema di importazione Usa, secondo il quale viene fissato un reddito standard, ad esempio 1000 euro al mese, e lo Stato si impegna a coprire la differenza con il reddito effettivo. Per fare un esempio a caso, giusto per spiegare il concetto: se il lavoratore guadagna 400 euro, lo Stato gli copre la differenza con il reddito standard al 70%. Se si impegna per guadagnarne 500, lo stato gli copre la differenza all’80% e così via. Si tratta di un sistema che incentiva il lavoro di circa 170mila persone. Questa è solo una piccola parte della complessiva proposta di Italia Viva e Azione per superare il reddito di cittadinanza, che esponiamo stamattina”.

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