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Casa Pound, la Corte dei Conti chiede i danni per l’occupazione della sede

Lo stabile di via Napoleone III a Roma diventa ancora una volta un caso: la procura regionale del Lazio della Corte dei Conti ha infatti chiesto spiegazioni a nove dirigenti dell’Agenzia del Demanio e del ministero dell’Istruzione per il “danno al patrimonio immobiliare pubblico” derivante dal non aver percepito alcun canone di locazione in quasi 16 anni: a partire cioè da quel 17 dicembre 2003 in cui il partito di estrema destra ha occupato lo stabile a due passi dalla stazione Termini. In totale, 4.642.363,10 euro.

Un edificio di sei piani che è stato usato prima come sede del movimento e dell’associazione (oggi, sostiene CPI, non è sede di partito, ne hanno altre) e poi per dare ospitalità a una ventina di nuclei famigliari senza casa. Ai presunti responsabili chiamati in causa dal vice procuratore generale Massimiliano Minerva (due, nel frattempo, sono morti) viene chiesto di provvedere al risarcimento del danno sin da ora. Come anticipato da Open, i diretti interessati ora hanno due mesi di tempo per presentare le proprie deduzioni. “Non è tollerabile in uno Stato di diritto una sorta di espropriazione al contrario” scrive la procura. Un’occupazione “che ha finito per sottrarre per oltre tre lustri un immobile di ben sei piani, sede storica di uffici pubblici, al patrimonio (indisponibile) dello Stato, causando in tal modo un danno certo e cospicuo all’erario”.Per gli inquirenti l’accusa è chiara: “La vicenda manifesta, con tutta l’evidenza della semplice narrazione dei fatti, la gravissima negligenza e la scarsissima cura (mala gestio) che l’amministrazione pubblica ha mostrato nei confronti di un intero edificio di proprietà pubblica di ben sei piani che per oltre 15 anni è stato sottratto allo Stato e alle finalità pubbliche, in palese violazione delle più elementari regole della (sana) gestione della cosa pubblica e in contrasto con il particolare regime vincolato cui sono soggetti i beni del patrimonio indisponibile dello Stato”.

Il danno è nell’assenza di “alcuna forma di ritorno economico per le pubbliche finanze”, quasi non quantificabile. E Miur e Demanio, nelle figure dei direttori pro tempore della Direzione Roma Capitale dell’Agenzia del Demanio e dei dirigenti competenti pro tempore del Miur, vengono ritenuti responsabili per non aver fatto abbastanza, tra denunce e provvedimenti per ripristinare la legalità a fronte di un’occupazione abusiva di 15 anni.

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