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Strage di Casalbordino, l’incredibile sfortuna di una delle vittime: “La morte lo ha inseguito”

Una tremenda esplosione si è verificata nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì 13 settembre all’interno della fabbrica Sabino Esplodenti di Casalbordino (Chieti). Le vittime della tragedia sono tre impiegati dell’azienda: Fernando Di Nella, 50 anni di Lanciano (Chieti), Gianluca De Santis, 40enne di Palata (Campobasso), e Giulio Romano, 56 anni di Casalbordino. La stessa azienda, che smaltisce e recupera polvere da sparo dalle bonifiche, era già tristemente nota perché nel 2020 persero la vita tre operai in circostanze simili. Proprio in quell’occasione Romano si salvò miracolosamente. Ma ora ha dovuto pagare il conto con la sorte.
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Casalbordino esplosione Giulio Romano

Esplosione a Casalbordino: il tragico destino di Giulio Romano

Insomma, la morte ha letteralmente inseguito Giulio Romano. L’uomo si era miracolosamente salvato dall’esplosione avvenuta il 21 dicembre del 2020 nell’azienda di Casalbordino dove lavorava da tempo e in cui avevano perso la vita tre suoi colleghi. Secondo quanto si apprende, infatti, un provvidenziale mal di pancia lo aveva costretto a tornare a casa solo due ore prima che si verificasse l’incidente.

“È pazzesco che, con un processo imminente sulla precedente strage, sia stata sciaguratamente consentita la riapertura con una procedura semplificata. – protesta Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – La Regione Abruzzo ha persino deciso di non assoggettarla a procedura di Via, nonostante puntuali osservazioni di associazioni e della stessa Provincia di Chieti in cui si sollevavano pesanti questioni a cui non è stata neanche data risposta”.

Ma l’azienda di Casalbordino dove è avvenuta l’esplosione non sa spiegarsi i motivi che hanno portato alla morte di Giulio Romano e di altri due dipendenti. “Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell’innesco che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni”, scrive in una nota i vertici della Sabino esplodenti. Ora sarà un’inchiesta a fare luce sull’accaduto.
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