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Casalino: “Mi candido”. È la conferma che il governo sta crollando. Nasce il partito di Conte

Rocco Casalino rilascia un’intervista a Sette, il settimanale del Corriere della Sera, e leggendo tra le righe delle sue dichiarazioni si intuisce una strategia clamorosa che mette in seria crisi il Movimento 5 Stelle. Casalino avanza l’ipotesi di una sua candidatura in parlamento. E fin qui non ci sarebbe nulla di male, ma questa mossa nasconde ben altro. “Superiamo questo momento difficile, ricreiamo un clima di squadra” dice l’ex del Grande Fratello, che poi aggiunge (e qui arriva il campanello d’allarme): “Mi auguro che il governo duri… Non escludo di candidarmi, nel Movimento sentono la mia mancanza”. Dai piani alti del Movimento 5 Stelle come hanno interpretato questa frase? Alcune fonti M5S lo rivelano a Dagospia: “Se parla così vuol dire che il partito di Conte è work in progress. Chi si prenderebbe Rocco? Nessuno. Qui lo conosciamo bene…”, spiegano.

E di segnali ce ne sono molti. Il primo è alla leadership di Conte perché è evidente che è al “suo” Presidente che Rocco si rivolge, quando non esclude una possibile candidatura. “È un’auto-iscrizione al partito di Giuseppe”, come lo chiamano dalle parti del Pd, dove lui si vede già parlamentare e stratega. “Ho la capacità di prevedere dove va l’opinione pubblica e cosa succederà”, dice il novello Nostradamus. Che proprio sugli spin di Casalino ha dovuto, nei giorni scorsi, inghiottire una durissima telefonata partita dall’entorurage di Di Maio in cui lo si accusava senza mezzi termini di “scorrettezza”. Chi se non Conte potrebbe candidarlo?

E se questa fosse la prima urgenza vorrebbe dire che tutto starebbe per franare. Che il partito di Giuseppe Conte è nei fatti e sarebbe l’arma con la quale il Pd, e non solo, mira a spaccare il Movimento relegando Di Maio e i suoi ad una corsa solitaria. Quello che in fondo il capo politico desidera. Un’ammissione che il ministro degli Esteri ha fatto più volte ai suoi, “il Movimento venuto fuori dalle elezioni 2018 non funziona, troppo poco coeso, troppe personalità che vanno in ordine sparso, c’è troppo poco del Movimento cinque stelle che noi abbiamo edificato…”. Dal primo segnale, tutto politico, si passa al secondo, più personale. Che dagli interna corporis del Movimento viene spiegato a Dagospia.

“Quella di Rocco è un’ammissione di debolezza, una paura folle di rimanere appiedato, ma un brutto segnale anche per Conte a cui chiede protezione. Con noi – spiegano influenti parlamentari vicino al vertice del Movimento – ha bruciato tutti i ponti”. Il motivo è spiegato così: “L’incredibile e ben conosciuta capacità di mentire, di prendersi meriti non suoi e di tacere sugli errori”, spiegano. E argomentano: “Dice che l’espressione ‘avvocato del popolo’ è roba sua, ma non è vero”. La strada è tracciata: dal Movimento salutano il Partito di Giuseppe Conte così: “Vogliono Casalino? Auguri”.

 

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