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Case, prezzi di nuovo in discesa nel terzo trimestre 2018 nonostante l’aumento delle compravendite

I prezzi delle case tornano in calo nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, con una diminuzione dello 0,8%, e un’analoga contrazione su base annua, la settima consecutiva. Nonostante gli scorsi segnali di rilancio dell’attività di compravendita, i dati preliminari dell’Istat dell’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, nel terzo trimestre 2018 ridimensionano anche i lievi segnali positivi registrati nel periodo precedente su base congiunturale: i prezzi delle case tornano infatti in calo anche rispetto al periodo aprile-giugno, quando a loro volta avevano invece segnato un lieve rialzo rispetto a inizio 2018. Con questa ultima rilevazione, ipotizzando che non ci siano variazioni nell’ultimo periodo dell’anno, il 2018 si chiuderebbe a -0,5%.

Alla base del crollo ci sono le case esistenti, i cui prezzi sono scesi del 22,9%, mentre le nuove abitazioni hanno fatto invece segnare +0,2%. Secondo l’Istat, anche nel terzo trimestre, la flessione tendenziale dei prezzi è da attribuire ai prezzi delle abitazioni esistenti, -1,3% (era -0,8% nel trimestre precedente). I prezzi delle abitazioni nuove, invece, accelerano su base tendenziale passando dal +1,2% del secondo trimestre del 2018 al +1,4% del terzo trimestre. Su base congiunturale la diminuzione è -1% per le abitazioni esistenti e -0,2% per quelle nuove.

Da una nota del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, si apprende come i nuovi dati dell’Istat registrano ancora una volta lo stato di crisi senza precedenti del mercato immobiliare: “Nell’ultimo anno, i prezzi delle abitazioni esistenti sono diminuiti di un ulteriore 1,3%. A questi numeri – ha proseguito il presidente Testa – vanno sempre aggiunti quelli dell’infinito patrimonio di immobili privi di qualsiasi valore perché nessuno li vuole acquistare o prendere in affitto. I risparmi degli italiani vanno in fumo e la politica continua a girarsi dall’altra parte. Anzi, la legge di bilancio ha addirittura concesso ai Comuni, per la prima volta dopo tre anni, la libertà di aumentare ancora le aliquote della già folle patrimoniale sugli immobili rappresentata dai 21 miliardi di euro annui di Imu e Tasi (per un totale di 150 miliardi dal 2012 a oggi)”.

 

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