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Saman, la confessione al fidanzato prima della scomparsa: le chat choc

Continuano le indagini sulla scomparsa della giovane pachistana Saman Abbas, un caso che sta sconvolgendo l’Italia intera. Dai nuovi dettagli che emergono, purtroppo, diminuisce sempre più la speranza di ritrovarla in vita: dopo le immagini di una videocamera di sorveglianza, spuntano alcune chat che rafforzano l’ipotesi di omicidio. Un messaggio è quello dello zio, il 33enne Danish Hasnain, che in una chat a una persona molto vicina a lui, parlando di Saman, avrebbe scritto: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”. Un lavoro fatto bene. Una frase che da sola fa venire i brividi. (Continua a leggere dopo la foto)

Saman, in un altro messaggio, confessa invece al fidanzato di aver sentito parlare in casa di omicidio, considerato unica “soluzione” per le donne che non si attengono alle regole di vita del Pakistan, e che ha un presentimento agghiacciante: “Parlano di me”. Intanto i genitori di Saman sono volati in Pakistan a inizio maggio. Lo zio e l’altro cugino della ragazza sono in fuga, si presume in Europa. Datato 30 aprile è uno dei video al vaglio degli inquirenti estrapolati dalla telecamera di videosorveglianza nei pressi dell’abitazione della famiglia Abbas. (Continua a leggere dopo la foto)

In un filmato si vede Saman uscire di casa con uno zaino insieme ai familiari, senza fare ritorno. In un altro il padre rientra a casa e con sé ha lo zaino della figlia, ma lei non c’è più. Altro filmato chiave risale alla sera del giorno prima, 29 aprile: tre persone, poi identificate in zio e cugini indagati, si dirigono nei campi sul retro della casa con due pale, un secchio con un sacco azzurro e un piede di porco. L’ipotesi è che siano andati a scavare una buca. (Continua a leggere dopo la foto)

Il giorno dopo Saman sarebbe stata accompagnata con una scusa o false rassicurazioni dallo zio, che poi l’avrebbe ammazzata. Ora c’è attesa per la testimonianza del cugino fermato in Francia e l’audizione di un minore informato dei fatti, attualmente blindato in una comunità protetta.

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