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Caso Ferragni, la Procura: “Ecco come usava la beneficenza”

Chiara Ferragni beneficenza procura

La beneficenza serviva per rafforzare la sua immagine”. Sono durissime le considerazioni della Procura generale della Corte di Cassazione di Milano su Chiara Ferragni. La Corte ha affidato l’indagine ai magistrati di Milano sottraendola a Cuneo. Sarebbero almeno tre le operazioni commerciali che nascondevano la presunta truffa presentandosi come attività di beneficenza. Cosa si sa finora.
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Secondo la Procura, sarebbe stata Ferragni a ottenere un illecito profitto nei casi del pandoro Balocco, della bambola realizzata con Trudi e dell’uovo di Pasqua con Dolci Preziosi. L’influencer avrebbe ottenuto un ritorno economico legato al “rafforzamento mediatico” della propria immagine, “veicolando una rappresentazione di sé strettamente associata all’impegno personale” proprio tramite la beneficenza.

Le campagne solidali sarebbero state “menzogne”, architettate per fini personali. Accostare il suo nome a una presunta operazione benefica avrebbe avuto “il fondamentale scopo di rafforzare il consenso del pubblico verso di lei” e di conseguenza i soldi nelle sue casse. Questo anche senza effettuare nessuna donazione agli enti benefici coinvolti.

“Un unico disegno criminoso”

La Procura fa riferimento alla possibilità di “un unico disegno criminoso” che l’imprenditrice e le sue società avrebbero perseguito dal 2019. “Una condotta ripetuta nel tempo dalla influencer”, che sui social “accosta ad operazioni di tipo commerciale intenti benefici” con post, immagini, storie e video “fuorvianti” o comunque idonei a condizionare il consumatore. Il quale subisce un “duplice danno”, richiamato “con l’inganno” dal potente nome di Chiara Ferragni e del suo “messaggio pubblicitario manipolatorio” e così indotto a pagare un prodotto a un “prezzo maggiorato”.

Indagata anche la manager

Oltre a quello di Chiara Ferragni, è emerso che nel registro degli indagati è iscritto anche il nome della manager e braccio destro dell’influencer, Maria Damato. Il loro “modus operandi” sarebbe comune ad almeno tre campagne commerciali spacciate per iniziative benefiche tra il 2019 e il 2022.

Si tratta della bambola in edizione limitata realizzata con Trudi, i cui proventi sarebbero andati all’associazione Usa contro le discriminazioni Stomp out bullying, smentita dal ceo Ros Ellis attraverso una dichiarazione rilasciata ai media nazionali. Così come le uova pasquali Dolci Preziosi, a sostegno del progetto I Bambini delle Fate, operazione per cui l’influencer ha guadagnato 200mila euro nel 2021 e 500mila euro nell’anno successivo a fronte di un’unica donazione all’ente non profit di 36mila euro, comunque svincolata dalle vendite del prodotto dolciario.

E poi il pandoro Pink Christmas Balocco, da cui Ferragni avrebbe ricavato più di un milione di euro. Anche in questa situazione la donazione benefica sarebbe stata fatta a monte dalla sola azienda: i 50mila euro donati da Balocco all’ospedale Regina Margherita di Torino.