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Condono fiscale, dopo lo strappo di governo arrivano saldo e stralcio ai grandi evasori

Dopo lo “strappo” che aveva portato allo scontro tra i due leader dei partiti di maggioranza, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il Governo è riuscito a raggiungere l’intesa sul decreto-legge in materia fiscale. Nella riunione con il Consiglio dei Ministri, si è riesaminato e approvato un nuovo testo che, come si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, contiene una formulazione delle disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale al fine di evitare dubbi interpretativi sul relativo ambito di applicazione. Il nodo della discussione tra i due esponenti gialloverdi, era nata dall’accusa contro la Lega da parte di Di Maio, per una presunta manipolazione del testo originario, prevedendo un maxi condono non voluto dai 5 Stelle, nonché lo scudo penale per gli evasori. Una manipolazione che, invece, era stata categoricamente esclusa da Salvini. Il nuovo testo approvato lo scorso 20 ottobre, ha riscritto le procedure di accesso al condono fiscale, e ha previsto l’eliminazione della non punibilità penale e lo scudo per i capitali all’estero dal decreto fiscale. Confermata la rottamazione-ter per tutte le cartelle, la cancellazione dei debiti sotto i mille euro, la dichiarazione integrativa per i redditi non dichiarati, due sanatorie ad hoc per le liti e per chi ha avuto solo un verbale di accertamento e il saldo e stralcio sulle cartelle di chi ha avuto difficoltà economiche, che non è presente ancora nel decreto legislativo ma arriverà con un emendamento in Parlamento.

SALDO E STRALCIO SULLE CARTELLE NON PAGATE – E’ l’ultima novità. Consentirà di abbattere di molto, quanto dovuto al fisco per cartelle non pagate, ma solo per chi si trova “in oggettive e certificate difficoltà economiche”. In sostanza, sarà consentito un ravvedimento operoso per i piccoli contribuenti in difficoltà economica. A seconda della situazione in cui si trovano, i contribuenti potranno pagare da un minimo del 6% a un massimo del 25% del dovuto con un’aliquota intermedia del 10%. Le aliquote si declinano in modo diverso per le persone e per le società. Per le persone fisiche si applicano a chi ha un Isee sotto i 15.000 euro, tra 15.000 e 22.000 euro, tra 22.000 e 30.000 euro. Per le società se hanno debiti superiori al 20% del valore della produzione e un indice di liquidità inferiore a 0,3%, tra 0,3 e 0,6%, tra 0,6 e 0,8%. Ma chi ha già in corso la rottamazione? Potrà aderire al condono (se rientra nei criteri)ma solo per gli importi che non ancora versati.

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA, PER CAMBIARE VECCHIE DICHIARAZIONI – E’ il condono che riguarda gli importi celati al fisco negli ultimi cinque anni e che consente di adeguare quanto non denunciato al fisco con una integrazione “speciale”, ma non senza paletti. Certo ha perso la possibilità di scudare alcuni reati come il riciclaggio e l’auto riciclaggio, o due imposte che si versano sugli immobili e sui capitali detenuti all’estero. La sanatoria è possibile solo per chi ha già presentato una dichiarazione, e potrà aumentare il valore del reddito al massimo del 30%, con un tetto complessivo di 100 mila euro l’anno. Doppia soglia che però non vale per chi ha dichiarato meno di 100mila euro che potrà comunque sanare fino a 30mila euro di imponibile non dichiarato. Su questi redditi emersi si paga una tassa del 20%.

ROTTAMAZIONE TER, PER CARTELLE E MULTE – Per chi ha cartelle da pagare, ma non rientra nei criteri per il “saldo e lo stralcio” arriva una versione “ter” della rottamazione. La cartella si potrà pagare in cinque anni e 20 rate trimestrali, senza pagare interessi e sanzioni. Questo rende la nuova sanatoria più conveniente delle vecchie rottamazioni. Vale anche per chi ha aderito alla rottamazione bis, che però dovrà versare le rate previste per quest’anno e potrà diluire quelle da pagare nel 2019. Il modulo per aderire sarà pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrare.

LO STRALCIO SULLE MINI CARTELLE – Resta invariata la rottamazione delle minicartelle che prevede il saldo e lo stralcio per le cartelle di importo inferiore a mille euro ricevute dal 2000 al 2010, come bolli auto e multe. La misura interesserà dieci milioni di contribuenti e coinvolgerà il 25% del magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Non è cosa da poco visto che impatterà sul 53% dei contribuenti con vecchie cartelle non pagate. Ma la convenienza è del fisco che abbandona meccanismi di recupero costosi per ottenere piccoli importi.

CHIUSURA DELLE LITI FISCALI – Resta invariata anche la chiusura delle vertenze fiscali. In caso di un contenzioso legale con il fisco i contribuenti potranno sanare la loro posizione pagando il 50% del non dichiarato in caso di vittoria in primo grado e il 20% in 5 anni al secondo grado, senza sanzioni e interessi.

SANATORIA FLASH, DAI VERBALI AGLI ACCERTAMENTI – È possibile mettersi in regola da subito per chi, dopo un controllo, ha ricevuto un verbale di constatazione: dovrà ripresentare la dichiarazione ma non paga sanzioni e interessi. Queste due voci non si pagano anche per gli avvisi di accertamento, di rettifica, di liquidazione o per gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del decreto legge, ma a patto che non siano stati contestati. Per aderire a quest’ultima sanatoria bisognerà essere veloci e fare domanda entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.

DAI VERBALI AGLI ACCERTAMENTI – Ci sono anche delle sanatorie flash. E’ possibile mettersi in regola da subito per chi, dopo un controllo, ha ricevuto un verbale di constatazione: dovrà ripresentare la dichiarazione ma non paga sanzioni e interessi. Queste due voci non si pagano anche per gli avvisi di accertamento, di rettifica, di liquidazione o per gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del decreto legge, ma a patto che non siano stati contestati. Per aderire a quest’ultima sanatoria bisognerà essere veloci e fare domanda entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.

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