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Conte blocca Salvini: “Stop a decreto sicurezza-bis: niente via libera”

Decreto sicurezza-bis, Conte ferma Salvini. Evaporato il contratto di governo – e con un cdm che alla fine si riunisce solo per le varie ed eventuali – restano due leader, Di Maio e Salvini, impegnati ormai da settimane in una lunghissima campagna elettorale che ha ingessato l’esecutivo. Fermo palazzo Chigi e ferme le Camere che hanno messo in stand by anche il decreto crescita e lo sblocca cantieri. Poiché è ormai solo campagna elettorale, lo sono anche i due possibili decreti motivo dell’ultima più o meno vera zuffa tra i due vicepremier che il presidente del Consiglio Conte ha comunque congelato.

Anche ieri Salvini ha infatti insistito sul varo del decreto sicurezza-bis sostenendo che avrebbe ancor più scoraggiato la Sea Watch a raccogliere migranti nelle acque libiche. Il testo messo a punto dal Viminale, oltre a sollevare dubbi di costituzionalità, non convince Conte e non piace proprio al M5S che ne contesta l’intera struttura e soprattutto la sottrazione al ministero di Toninelli di alcune competenze.

Per ritorsione, analogo destino segna il presunto decreto famiglia, composto da un solo articolo, attraverso il quale Di Maio vorrebbe devolvere i risparmi del reddito di cittadinanza a sgravi per nidi e pannolini. Due bandierine che i due vicepremier potranno però sventolare al consiglio dei ministri serale pur sapendo che probabilmente nessuno dei due sopravviverà dopo il 26 maggio.

Conte, pur di evitare la fine dell’esecutivo per gravi contrasti (veri o presunti) ha concesso ai suoi due vice il palcoscenico di palazzo Chigi. I segnali di una sorta di tregua – magari solo di un paio d’ore – ieri sera spuntavano anche dalla trattativa – condotta dal presidente del Consiglio con il silenziatore – sulla cinquantina di migranti, ancorati sulla Sea Watch a largo di Lampedusa, e che sono stati fatti sbarcare da Conte lavorando di sponda con tutte e due i vicepremier.

Di Maio già il giorno prima si era rimesso al premier subordinando la discesa a terra dei migranti alla conoscenza di coloro che li avrebbero accolti. La disponibilità delle chiese evangeliche, avanzata dal pastore Luca Negro, ha convinto Di Maio e fatto chiudere un occhio a Salvini che però pubblicamente ha continuato ad attaccare la magistratura che ha disposto il sequestro della nave.

Di fatto tutti e tre, Conte, Di Maio e Salvini, hanno contribuito alla soluzione, ma tutti hanno evitato di metterci la faccia, lasciando ai pm il compito di risolvere la faccenda. Ieri Salvini ha anche dovuto prendere atto che nella svolta moderata, responsabile e quasi-europeista dell’alleato, avviata dopo la sconfitta in Abruzzo, non è contemplato il tema giustizia sul quale il M5S non intende fare sconti.

 

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