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Conte in aula replica alle accuse e spiega: “Ecco perché ho agito legittimamente”

Il premier Conte, oggi, giovedì 30 aprile 2020, ha tenuto un’informativa alla Camera sull’emergenza Coronavirus e sulle nuove norme previste nel Dpcm che danno il via alla cosiddetta Fase 2. Un aspetto significativo del suo intervento è certamente stato quello relativo all’accusa che gli è stata mossa per l’eccessivo uso di Dpcm. Conte ha spiegato come sono state prese le decisioni in questi giorni di crisi: “Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c’è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale. È imperativo categorico per un governo che deve proteggere la vita dei cittadini porre a fondamento delle proprie decisioni non già la libere opinioni che si susseguono ma le raccomandazioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”.

Spiega Conte: “Rispetto alle polemiche relative all’utilizzo massiccio, in questi mesi, dei Decreti del Presidente del Consiglio (i Dpcm), non sfugge la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il 31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche, come prevede il codice civile. A questo si sono aggiunti due decreti legge che offrono copertura legislativa”.

E ha aggiunto: “La fonte primaria può disciplinare solo fino a una certa misura le risposte che l’ordinamento è chiamato a offrire a fronte di circostanze eccezionali”. L’emergenza, ha proseguito, “richiede inevitabilmente di preservare un certo grado di discrezionalità all’autorità amministrativa”. E ha sottolineato come “la pandemia sia un processo che si sviluppa” non qualcosa dato “una volta per tutte”. Questo giustifica anche “la maggiore tolleranza circa il grado di indeterminatezza delle norme primarie che legittimano la normativa secondaria”. Ciò detto, Conte ha ricordato che “il diritto costituzionale è innanzitutto equilibrio. Quando sono in gioco beni come il diritto alla vita e alla salute, che costituiscono essi stessi il presupposto per il godimento di ogni altro diritto, allora le scelte per quanto tragiche, come direbbe Guido Calabresi, diventano addirittura obbligate”.

Quanto alla possibilità di parlamentizzare i dpcm, il premier ha aggiunto: “E’ stata avanzata la proposta che il Parlamento possa intervenire anche in via preventiva” sui Dpcm, con “un obbligo di trasmissione alle Camere degli schemi di decreto. Pure consapevole delle prerogative del Parlamento, ricordo che le misure di queste settimane sono state ispirate a proporzionalità e massima precauzione ma anche a tempestività, condizione imprescindibile perché misure così incisive fossero realmente efficaci. Non vale solo per i primi decreti adottati ma anche per l’ultimo”.

 

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