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Una poltrona per due: i destini incrociati di Conte e Draghi tra Quirinale e Palazzo Chigi

In molti, quando Giuseppe Conte lo ha rivelato, hanno letto la sua idea come una mossa “à la D’Alema”. Conte, infatti, qualche giorno fa ha confessato che quando è stato il momento di esprimere un candidato per la presidenza della Commissione Europea, lui avrebbe voluto “mettere” Mario Draghi. D’Alema, allo stesso modo, e a suo tempo, cercò di delocalizzare il suo competitor più ingombrante, Romano Prodi. Dopo aver “salvato l’euro”, Draghi era il candidato perfetto in Europa. Con il governo traballante, e con le crisi continue all’interno dei due principali azionisti di maggioranza, Pd e Movimento 5 Stelle, per Conte era fondamentale allontanare lo spauracchio principale, ossia il nome che avrebbe messo tutti d’accordo per sfilargli la poltrona di Palazzo Chigi da sotto il sedere o, ancor peggio, quella del Quirinale. Sono due mosse, una per il presente, una in prospettiva futura.

L’ex presidente della Bce, infatti, prima ha spronato dalle colonne del Financial Times la UE a fare debito e politiche procicliche, poi, all’indomani di ferragosto, ha fatto una vera e propria sortita politica, in cui Draghi ha essenzialmente detto: io ci sono. A quel punto, Conte è dovuto correre ai ripari. Ed è qui che entra in gioco la seconda mossa della strategia di Conte: il Quirinale. Vi sono infatti seri motivi di Costituzione materiale ad op-porsi al doppio mandato di Mattarella, come invece molti stanno evocando in questi giorni, ed è per questo che è quasi cera l’elezione di un nuovo Capo dello Stato.

Conte, dunque, starebbe guardando nella stessa direzione che tutti attribuiscono – di nuovo – a Mario Draghi. I destini dei due, dunque, sembrano essere strettamente collegati. Una poltrona per due. Oppure, chissà, Draghi prenderà la presidenza del consiglio, come auspicano i più, e Conte salirà di livello. Anche perché è altamente probabile che nel 2022 si voti a Parlamento vigente, quindi con un Parlamento che nei numeri è fedele all’attuale premier Conte, quello che ha traghettato l’Italia durante una delle crisi più severe di sempre.

Però, c’è più di un però. Come racconta Maurizio Belpietro su La Verità, Giuseppe Conte starebbe cominciando a far perdere la pazienza proprio a Sergio Mattarella, il quale ieri ha fatto trapelare la sua irritazione nei confronti del presidente del Consiglio. Intervistato alla festa del Fatto Quotidiano, il capo del governo ha detto che vedrebbe bene una riconferma del capo dello Stato. “Qualche ingenuo – analizza Belpietro – magari penserà che il premier abbia fatto un endorsement a favore del presidente della Repubblica. Ma chi si intende di faccende politiche sa che candidare qualcuno con un anticipo di un anno e mezzo significa solo bruciarlo”.

Mattarella ha capito perché Conte ha voluto metterlo nel tritacarne del toto candidato. L’intenzione dell’attuale premier, dunque, sarebbe quella di prenotare per sé la poltrona dorata di capo dello Stato. Considerando Mattarella un terribile avversario, Conte prima ha messo in mezzo Mario Draghi, dicendo che l’ex governatore della Banca centrale europea è troppo stanco per fare qualche cosa (come detto sopra), poi ha cercato di “bruciare” il Mattarella-bis “averndolo dato in pasto ai giornalisti”.

Mattarella, però, ha capito tutto e, secondo la lettura di Belpietro, non l0’avrebbe presa been. “Dunque ieri, sulle pagine del Corriere – come si conviene a un capo di Stato che non dice, ma fa sapere – di essere molto preoccupato per la riapertura delle scuole. E i ritardi nelle forniture scolastiche sono solo un pretesto: ciò che conta è come avverrà il rientro in aula e al momento non c’è molto che faccia sperare in un inizio tranquillo. Nonostante si sia tenuto alla larga dal referendum e dalle regionali, Conte è sulla scuola che rischia la bacchettata”.

 

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