Una tregua non troppo convinta dopo il muro contro muro sul decreto sicurezza bis nel lungo Consiglio dei ministri sospeso a mezzanotte e mezzo e quindi rinviato quando sembrava che si proseguisse ad oltranza. Giuseppe Conte e Matteo Salvini sono andati allo scontro, in un clima di costante tensione. La Lega non ha digerito la fumata nera e ha chiesto l’approvazione del testo – con modifiche – in un nuovo Cdm da tenere già in settimana, mercoledì e giovedì.
L’unico provvedimento ad avere il timbro, sia pure salvo intese, oltre alle nomine, resta quello sui magistrati onorari. È uno dei primi punti ad essere esaminati nel Cdm. Già nel pomeriggio trapelava il tentativo della presidenza del Consiglio di condividere i suoi dubbi sul decreto sicurezza con il presidente Sergio Mattarella: il provvedimento, assieme al decreto famiglia voluto dal M5S, veniva inviato per conoscenza al Quirinale. È lo stesso premier a riferire in serata ai suoi ministri che dagli uffici del Colle emergevano dubbi giuridici su alcune delle norme proposte dal Viminale. È la scintilla che ha animato la discussione tra Conte e Salvini.
In quel momento sono esplose le tensioni della giornata. A pesare, le dure critiche di Giancarlo Giorgetti al presidente del Consiglio, definito non imparziale. Conte era irritato e non lo nascondeva. Il leader della Lega, che aveva lanciato messaggi più concilianti, ha faticato a digerire (a sei giorni dal voto) una bocciatura così plateale del suo decreto. Alla fine, nonostante i tentativi di Salvini di forzare la mano, tutto rinviato.I conti (sbagliati) di Salvini sui morti in mare: un triste balletto delle cifre