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Conte: “Salvini si pensa più forte di quello che è. Venga in Parlamento a spiegare questa crisi”

In un confronto teso a Palazzo Chigi, Matteo Salvini ha annunciato a Conte di staccare la spina al governo. “Si è rotto il rapporto di fiducia. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, col voto sulla Tav abbiamo preso atto che non è più possibile fare le riforme”. Poi lo conferma a Pescara, nel comizio che, di fatto, ufficializza la crisi del governo gialloverde dopo 14 mesi. Il leader della Lega non si nasconde: chiede le urne a ottobre, vuole capitalizzare subito un consenso che, secondo i sondaggi, sarebbe assai vicino al 40 per cento. E chiede “pieni poteri” agli italiani, come un novello duce.

La sua lunga giornata comincia davanti al mare di Sabaudia, poi nel colloquio con Conte che informa immediatamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani”, ha spiegato il ministro dell’Interno al premier, cogliendo subito la palla al balzo della Tav per ottenere quello che ha voluto sin dall’inizio. Se li è mangiati e digeriti, Conte e Di Maio.

Conte, però, replica in modo sorprendente: “Non sarò io a dimettermi, la crisi passa prima dal Parlamento”. I due si salutano alle 18, anche il presidente della Camera Roberto Fico sale al Colle. Di Maio si sfoga su Fb, unica piazza in cui c’è rimasto qualcuno a dargli retta: “La Lega ha preso in giro gli italiani. Prima del voto approviamo la riforma che taglia 345 parlamentari, poi siamo pronti”. In realtà la Lega ha preso in giro lui e il Movimento 5 Stelle, e il problema è che solo loro non se ne sono accorti, votandogli tutto pur di mantenere una poltrona che ora comunque se ne va.

Da Pescara Salvini rincara la dose: “Piuttosto che tenere fermo il Paese diamo la parola agli italiani”. Una serata convulsa, fatta di botte e risposte. Conte attacca Salvini dopo l’annuncio che il governo è al capolinea. “Venga in Parlamento a spiegare perché vuole la crisi. Vuole solo capitalizzare il consenso dei sondaggi”. E poi, ai suoi fidati il premier avrebbe detto: “Salvini si crede più forte di quello che è”.

Prosegue Conte nella sua conferenza: “Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe, personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare. Spetterà a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese – continua Conte – e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompono bruscamente l’azione di governo”.

“Confido che il passaggio parlamentare contribuirà a fare piena chiarezza sulle scelte compiute e sulle responsabilità che ne derivano. In Parlamento a tutti gli italiani dovremo dire la verità e non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche e slogan mediatici. Farò in modo che questa crisi sia la crisi più trasparente della storia repubblicana”.

“Mi riservo di contattare i presidenti di Camera e Senato per permettere alle Camere di tornare a riunirsi. Il passaggio dovrà svolgersi davanti ai parlamentari che sono i rappresentanti delle Nazione e di tutti i cittadini. Questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto. Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l’impegno di governo. E non posso accettare che sia svilito il cospicuo lavoro svolto dai parlamentari”.

Da oggi, insomma, ricomincia la campagna elettorale. Si muove anche il Pd. Matteo Renzi sintetizza un concetto che pensano in molti: “Questo governo ha fallito, come previsto. Capitan Fracassa non ha avuto coraggio di fare il bilancio e ha paura delle inchieste. Adesso tutti a spiegare casa per casa perché grazie a Salvini l’Iva aumenta al 25% e i mercati ballano”.

 

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