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La Rai si impantana: i piani di Lega e Cinque Stelle nascosti dietro un silenzio infinito

Continua il silenzio intorno ai vertici Rai, dopo che Lega e Cinque Stelle avevano trovato l’accordo per le nomine dei direttori dei telegiornali. Tg1 e Tg3 sono state, alla fine, scelte del Movimento, con il Tg2 invece finito al Carroccio. Una divisione che, nelle ipotesi circolate negli ultimi giorni, poteva essere riproposta anche al momento della scelta dei dirigenti ma al contrario, con Ra1 e Rai 3 ai verdi e Rai 2 ai gialli. Ipotesi, però, che continuano a non trovare seguito in una realtà ancora ferma. 

Resta in ballo il nome di Casimiro Lieto per l’Ammiraglia, scrive Affari Italiani, autore di lungo corso nell’azienda e attualmente colonna portante de La Prova del Cuoco, oltre che fortemente voluto da Matteo Salvini. Il nome di Lieto non piace però all’amministratore delegato Fabrizio Salini e non è troppo apprezzato dagli alleati di governo, il che non aiuta le parti in causa a uscire dallo stallo prolungato.Qualche giorno fa, da fonti parlamentari, si apprendeva che, in occasione di un Consiglio dei Ministri previsto per domani 20 novembre, tutto si sarebbe sbloccato con esito positivo, ma a viale Mazzini disperano. Tanto che girano voci insistenti secondo le quali le nomine saranno rinviate addirittura alla prossima primavera, poco prima delle elezioni europee. Ipotesi che chiaramente non fa impazzire chi lavora nel mondo della televisione pubblica e che si trova a vivere ancora nell’incertezza. Si resta, al momento, con i vecchi direttori di rete: Angelo Teodoli per Rai1, Andrea Fabiano per Rai2 e Stefano Coletta per Rai3, incaricati per giunta di allestire i palinsesti della prima parte del 2019, da sottoporre poi al giudizio e all’eventuale approvazione dell’amministratore delegato Fabrizio Salini

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