L’Italia piomba dentro un caso internazionale con la Corea del Nord. Jo Song-gil, per oltre un anno ambasciatore nordcoreano “reggente” in Italia, ha disertato ed è scappato con la sua famiglia. Sarebbe ora sotto protezione in un “imprecisato Paese occidentale”. A rivelarlo è stato il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo citando fonti anonime diplomatiche di Seul, ma la notizia è stata poi confermata da un deputato di Seul al termine di un’audizione a porte chiuse con uomini dell’intelligence sudcoreana.
Jo Song-gil ha disertato “e ora si nasconde. Il mandato di ambasciatore ad interim doveva terminare a novembre scorso e Jo è fuggito dall’ambasciata ai primi di novembre” con la moglie, ha spiegato Kim Min-ki. Il ministero degli Esteri italiano ha smentito l’indiscrezione secondo la quale Song-gil avrebbe chiesto asilo in Italia.
“Non risulta una richiesta d’asilo da parte di un funzionario nordcoreano”, hanno riferito fonti della Fernesina all’agenzia Ansa. “Per via diplomatica è stato a suo tempo comunicato al ministero l’avvicendamento dell’incaricato d’affari nordcoreano a Roma. Tale avvicendamento ha poi avuto luogo”.
L’ultimo alto diplomatico nordcoreano a disertare è stato Thae Yong-ho, che ha abbandonato il suo incarico di vice ambasciatore a Londra nel 2016. Jo, 48 anni, è stato ambasciatore a Roma dall’ottobre 2017, dopo che l’Italia aveva espulso l’ambasciatore Mun Jong-nam in segno di protesta contro un test nucleare della Corea del Nord avvenuto un mese prima in violazione delle risoluzioni dell’Onu.
È “noto per essere un figlio o un genero di uno dei più alti funzionari del regime del Nord”, sempre secondo JoongAng. I diplomatici nordcoreani impiegati all’estero sono spesso tenuti a lasciare in patria diversi membri della famiglia – in genere bambini – per scoraggiare la loro defezione. Tuttavia Jo è arrivato a Roma nel maggio 2015 con moglie e figli.
Questo perché probabilmente perché appartiene a una famiglia privilegiata, suggerisce il quotidiano JoongAng. Sconosciuti al momento i motivi della diserzione. All’epoca della sua defezione, Thae, l’ex vice ambasciatore a Londra, disse che l’aveva fatto per dare un futuro migliore ai suoi tre figli dopo l’ordine di tornare in patria.
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