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Coronavirus, la Cina ora attacca gli Stati Uniti: “Avete creato e diffuso il panico”

Si apre un altro intrigo internazionale nella vicenda del Coronavirus. La Cina, infatti, va all’attacco degli Stati Uniti affermando che la reazione Usa all’epidemia “crea e diffonde” la paura. In particolare il ministero degli Esteri a Pechino ha detto che “alcuni Paesi, in particolare gli Stati Uniti hanno reagito in modo eccessivo” al coronavirus: “Gli Stati Uniti hanno creato e diffuso il panico in maniera continua”. Gli Stati Uniti, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, durante un briefing on line con la stampa straniera a Pechino, hanno reagito eccessivamente allo scoppio dell’epidemia e “tutto quello che hanno fatto ha solo creato e diffuso paura, che è un cattivo esempio”. Lo riporta l’Agi.

C’era un interesse in questa manovra? Un affondo pesante, che unito alla probabilità sempre più alta che la Cina non riesca a rispettare gli acquisti di beni Usa promessi a Trump, fa immaginare nuove pesanti tensioni tra i due Paesi. Una minaccia in più per i mercati, già tormentati dai timori di una recessione globale, che ieri hanno fatto i conti con l’ennesimo crollo del petrolio e la deblacle dei listini asiatici. Il brusco risveglio delle borse di Shanghai e Shenzhen alla riapertura dopo le festività del capodanno lunare, sono costate 420 miliardi di dollari bruciati (Shanghai ha perso il 7,72%, la flessione più ampia dal 2005 mentre Shenzhen ha chiuso in calo dell’8,41%).

Non sono bastati i 1.200 miliardi di yuan (156 miliardi di euro) di liquidità iniettati ieri dalla Banca centrale cinese. Hua ha poi ricordato che gli Stati Uniti sono stati il primo Paese a suggerire un ritiro parziale del personale delle sue sedi diplomatiche e ad avere innalzato l’allerta di viaggio ai propri concittadini dopo lo scoppio dell’epidemia. Secondo l’ultimo conteggio diffuso dalla Commissione Nazionale per la Sanità, i morti in Cina per l’epidemia di coronavirus hanno superato le vittime della Sars: i decessi sono 360, cifra che supera le 349 vittime sul territorio cinese dell’epidemia di Sars del 2002-2003.

Dall’emergere del virus nella città di Wuhan a dicembre scorso, l’epidemia di coronavirus ha colpito 24 nazioni e nella sola Cina sono 17.205 i casi confermati, mentre le persone che sono state dimesse dalle strutture ospedaliere dopo la guarigione sono 475, tra cui anche un uomo di 88 anni, ieri, a Wuhan. La Cina ha “urgente bisogno” di attrezzature mediche protettive contro il coronavirus. Lo ha aggiunto la portavoce del ministero degli Esteri nel giorno in cui le vittime dal virus, che è fortemente contagioso, hanno superato quelle della crisi della Sars, nel 2002.

 

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