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Tiramisù all’italiana: il Bel Paese ora fa da traino per l’Europa

L’Italia ha buona notizie per l’Europa. E scusate se è poco, considerando i tempi in cui viviamo, con due partiti al governo che proprio dell’euroscetticismo avevano fatto un punto di forza nell’ultima campagna elettorale. Il dato arriva dall’Istat, che evidenzia come la produzione industriale del Bel Paese continui a mandare segnali positivi, con la seconda variazione congiunturale positiva a febbraio (+0,8%) dopo quattro mesi di cali.

Una dinamica espansiva, con aumento su base annua dello 0,9%, trainata dal buon risultato ottenuto dai beni di consumo (+4,7% su base annua, +3,2% sul mese) e, in misura inferiore, dai beni strumentali (+1,5% su anno, +1,1% sul mese).

Alla luce di questi risultati, “è difficile che la produzione industriale nel primo trimestre non sia in crescita. Anche con un brutto calo come quello tendenziale del 6% previsto da Confindustria per marzo, avremmo un primo trimestre positivo”. A calare, nel dettaglio, i beni intermedi (-1,1%) mentre diminuisce ancora di più il comparto dell’energia (-4,1% su anno, -2,4% da gennaio). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-13,9%), nell’industria del legno, della carta e stampa (-5,4%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-2,8%).Buone notizie arrivano invece da industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+11,7%), dalla produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,3%) e dalla fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,4%).  Secondo i dati dell’istituto, l’aumento congiunturale della produzione italiana di beni di consumo, pari a +3,2% a febbraio, è il più alto a partire da dicembre 2017, quando era del 3,8%.Una notizia accolta positiva da tutta Europa: Bloomberg parla di “tiramisù all’italiana”, sottolineando come il Paese abbia finalmente rialzato la testa, anche se di strada da fare ce n’è tanta “per recuperare il tempo perso negli ultimi decenni”. “La crescita produttiva italiana potrebbe essere il segnale della fine dei problemi economici dello Stato, un segnale importante anche per la Banca Centrale Europea.

Il contributo italiano alla produzione europea, nel primo quarto del 2019, è aumentato del 35%, un vero e proprio effetto traino per l’intera area che fa balza agli occhi soprattutto e paragonato con quello della Germania, che nello stesso arco temporale ha fatto registrare un netto -22%. Un’inversione di tendenza netta per un’Italia tornata finalmente ad alzare la testa.

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