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Ronzulli “show” in diretta su La7: si presenta con il crocefisso in mano

Come era prevedibile, il dibattito sul crocefisso nelle aule scolastiche ha riacceso gli animi di chi difende o attacca tale posizione. E come accade spesso in Italia, queste discussioni prendono pieghe al quanto bizzarre. “Una volta sono le merendine, questa volta è il crocifisso: ogni volta che vengo qui ho a che fare con una trovata del ministro dell’Istruzione Fioramonti”, dice Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, in collegamento con Myrta Merlino a “L’aria che tira” su La7.

E fin qui tutto bene, se non fosse che poco dopo, rispondendo alla proposta del titolare al Miur di togliere il simbolo cristiano dalle scuole, ha tirato fuori proprio un crocefisso. Il video ha subito fatto il giro del web.

“Perché dobbiamo avere paura del crocifisso?”, continua la forzista. Ma la conduttrice la ferma: “Ci sono cose più importanti, se si parla di scuola: per esempio che gli edifici non crollino sulle teste dei nostri figli”. Le parole del ministro Lorenzo Fioramonti (“Io penso ovviamente ad una visione della scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare. Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”) riaprono quindi il dibattito politico.

È arrivato subito l’alt del centrodestra, Lega in testa, poi l’affondo dei vescovi. “Guai a chi tocca il crocefisso”, attaccano esponenti dell’opposizione, da Matteo Salvini a Licia Ronzulli a Giorgia Meloni.

Nel vortice delle dichiarazioni, il M5S si difende precisando che l’argomento “non è all’ordine del giorno”, mentre il Pd glissa. “Non mi pare sia necessario riaprire trite dispute ideologiche sul crocefisso”, dice il capogruppo dem Graziano Delrio. Da Palazzo Chigi negano contatti con il ministro e precisano che “non è un tema ora”. Fioramonti — che ieri ha incontrato monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo e Atri — cerca di gettare acqua sul fuoco: “Sono polemiche sterili”.

Ma contro di lui insorgono i vescovi. “Dall’uscita del ministro dell’Istruzione sgorga una ignoranza culturale che dispiace vedere in persone che rappresentano la nostra Repubblica”, attacca monsignor Giovanni D’Ercole, segretario della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali.

 

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