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Del Debbio contro i no vax vestiti da deportati: “Parla il figlio di un deportato”

Il 27 gennaio si è celebrato, come ormai consuetudine, il Giorno della Memoria dell’Olocausto. Milioni di persone, ebrei e non, vennero sterminate nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Moltissime le cerimonie e le manifestazioni organizzate in ricordo di quel drammatico periodo. Anche il movimento no vax, non nuovo peraltro ad iniziative del genere, ha approfittato per paragonare nuovamente le persone non vaccinate ai deportati nei lager. Accostamento che fa letteralmente saltare i nervi al giornalista Paolo Del Debbio.

Paolo Del Debbio

No vax super attivi nel Giorno della Memoria. A Perugia è stata stesa a terra una lunga fila di camicie a righe, molto simili a quelle indossate dai deportati. A Torino sono state sventolate bandiere di Israele con la scritta ‘1938-2022’, riferita all’anno di entrata in vigore delle leggi razziali in Italia e a quello dell’introduzione di green pass e obbligo vaccinale per gli over 50.

Sempre in Piemonte, davanti ad alcune scuole sono stati diffusi dei volantini in cui si mette a paragone la dittatura fascista con il green pass. Anche a Sesto Fiorentino è comparso sul monumento al Partigiano un cartello che paragona le attuali norme anti Covid alle discriminazioni contro gli ebrei. Infine, stelle di David accanto ai Qr code a Belluno.

“Parla il figlio di un deportato. – sbotta Del Debbio durante la diretta di Dritto e Rovescio – Non potete permettervi di offendere i familiari, le persone che hanno perso, coloro che non sono tornati. E coloro che ancora soffrono perché sono viventi o perché hanno avuto delle persone in questa situazione. E non potete permettervi di mettere in mezzo i sei milioni di ebrei e i tanti milioni di non ebrei che sono morti ingiustamente nei campi di concentramento. È l’ora di farla finita. Non si scherza su queste cose. Scherzate su tutto, ma non su questo. È chiaro?”, conclude il suo sfogo.

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