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Di Battista sogna da leader: se fallisce Conte, sarà lui il leader del M5S

Alessandro Di Battista osserva, in questi giorni, la nascita del Movimento 2.0, guidato dall’ex premier Conte già benedetto da tutti i big del partito come unica ancora di salvezza. Ma non resta con le mani in mano, iniziando a tratteggiare il suo futuro politico. Dove, non si sa ancora. Con l’ipotesi remota ma non troppo che, in caso di fallimento dell’Avvocato del Popolo chiamato a rilanciare le quotazioni dei Cinque Stelle, possa finalmente arrivare il suo momento, con tanto di glorioso ritorno in sella al cavallo pentastellato.

Di Battista sogna da leader: se fallisce Conte, sarà lui il leader del M5S

Stando a quanto riportato dall’Huffington Post, infatti, Di Battista non avrebbe al momento fretta, con i suoi fedelissimi che assicurano: “Alessandro vuole vedere l’esito della nuova leadership di Conte” contro il quale non ha nulla di personale, anzi lo stima, ma ritiene difficilissimo il successo per la nuova creatura che l’ex premier sta cercando di mettere in piedi. Il primo test, in questo senso, saranno le prossime elezioni comunali, che vedranno il M5S impegnato al fianco del Pd.

Di Battista può contare, comunque, sul rapporto rimasto immutato con Beppe Grillo, al quale è legato da un’esperienza assieme di lunghissima data. I due, sostengono i ben informati, potrebbero anche prima o poi ritrovarsi, nonostante le strade si siano momentaneamente divise. Con il ritorno dell’ex deputato possibile in caso di fallimento di conte: in questa ipotesi, l’unica possibile alternativa sarebbe un ritorno alle origini del grillismo, quello incaranto proprio da Di Battista.

Casaleggio vorrebbe Di Battista subito al suo fianco, per sfruttarne la notorietà. Ma il diretto interessato preferisce aspettare, si dedica alla scrittura, sua passione di sempre, e studia intanto per un futuro da leader. Ha rotto i legami politici con il Movimento da cui proviene, sottolineandone gli errori sparsi in questi anni. Ma continua a credere nella possibilità di un ritorno al passato, senza più gli schemi da partito tradizionale che a suo dire poco si addicono al M5S. Con sé stesso nei panni del papabile punto di riferimento.

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