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Draghi al Colle e voto anticipato: il piano di Salvini per fermare Giorgia Meloni

C’è un’ipotesi che circola forte, in queste ore, e che è al centro delle analisi tanto del Pd quanto di Giorgia Meloni. Quella che vede Matteo Salvini pronto a saltare dall’altra parte della barricata alla prima occasione utile, mollando il governo Draghi sulla scia di sondaggi che, in questi mesi, non stanno premiando la scelta della Lega di dare il proprio supporto all’esecutivo guidato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea. Con tanto di ipotetica data che ha già iniziato a circolare.

Draghi al Colle e voto anticipato: il piano di Salvini per fermare Giorgia Meloni

Un voto anticipato nel 2022 per volontà di Salvini è in questo momento lo scenario che, dal centrodestra alla sinistra, sembra più probabile. Con tanto di sfogo raccolto da Il Foglio, secondo il quale Meloni stessa avrebbe confessato in queste ore ai suoi fedelissimi: “Mi vuole stoppare”. Perché una Lega al governo e Fratelli d’Italia all’opposizione in questo momento premia, numeri alla mano, la scelta di Meloni. E penalizza un Salvini che rischia il clamoroso sorpasso e la cessione obbligata dello scettro di futuro premier all’ex ministra.

Sull’ipotesi di un ritorno al voto nel corso del prossimo anno, però, in pochi sono d’accordo con Salvini. A partire dall’altro Matteo, Renzi, che pure in queste settimane è stato a volte vicino alle posizioni della Lega, come sull’abolizione del coprifuoco. E che però preferirebbe di gran lunga arrivare alla scadenza naturale della legislatura, muovendosi in anticipo per condizionare un passaggio chiave dei prossimi mesi: la scelta del successore di Sergio Mattarella al Quirinale.

Salvini vorrebbe al Colle Mario Draghi, che scioglierebbe così il governo spianando la strada a un ritorno al voto. I dem e Renzi, però, hanno intensificato i contatti con Forza Italia con lo scopo di creare un fronte comune, scegliendo un nome diverso come prossimo presidente della Repubblica. Chi, al momento, non è ancora dato saperlo. Ma i colloqui telefonici sono sempre più intensi e il profilo giusto potrebbe saltar fuori in tempi relativamente brevi, se Berlusconi darà il via libera.

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