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Draghi bacchetta Salvini: faccia a faccia tra i due sull’accoglienza ai profughi afghani

Attacchi continui alla ministra Luciana Lamorgese, con la quale evidentemente Matteo Salvini ha ancora il dente avvelenato. Tanto da spingere Mario Draghi a scendere in campo per dire basta all’ennesimo colpo di cannone contro il Viminale, in un momento in cui servirebbe invece unità nella gestione della crisi afghana. Con il leader della Lega che, pur sapendo quando blindata sia Lamorgese, continua nella sua campagna d’odio per non lasciare troppo spazio mediatico a Giorgia Meloni.

Draghi bacchetta Salvini: faccia a faccia tra i due sull'accoglienza ai profughi afghani

Un atteggiamento, quello di Salvini, che già in passato aveva esasperato Draghi, che aveva pubblicamente bacchettato il leader della Lega. E che però, evidentemente, serve alla Lega per sopravvivere agli attacchi di Fratelli d’Italia, secondo il segretario del partito. Tornato alla carica: “Rave party , baby gang che terrorizzano la riviera romagnola e oggi una nave con bandiera norvegese lascerà 322 immigrati in Italia. Lamorgese dove sei?”. Poi ha incontrato l’ambasciatore dell’Afghanistan, Khaled Ahmad Zekriya e quello del Pakistan, Jauhar Saleem, quest’ultimo è stato invitato a partecipare al G20. Quando il telefono ha squillato, però, come rivelato da Repubblica, ha scoperto che Draghi lo aveva convocato. Sulla carta, per un semplice caffè e due chiacchiere informali.

Come rivelato da Repubblica, Draghi ha infatti spiegato a Salvini che il governo si batterà per i corridoi umanitari: rappresentano una priorità e l’Italia dovrà parlare con una voce sola. Invitando poi il leghista a maggiore sobrietà nei suoi interventi. Salvini per giorni aveva ripetuto che il nostro Paese non può diventare un campo profughi (“non hanno il Green pass e nemmeno il vaccino!”), inseguendo così ancora una volta Fratelli d’Italia. E così il premier è intervenuto per chiarire l’orientamento dell’esecutivo, di cui lo stesso leader del Carroccio fa parte.

Nel faccia a faccia non si sarebbe invece affrontato il caso Durigon, il sottosegretario leghista all’Economia che vorrebbe intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, il fratello del Duce. Una vicenda che ha avuto echi sulla stampa straniera. “Non credo che Draghi sia interessato ai nomi del parchi” ha poi detto Salvini alla stampa, cercando di sminuire il peso della vicenda.

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