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Di Matteo attacca Renzi: “Vuole difendersi dal processo e non nel processo”

Nino Di Matteo non la manda certo a dire a Matteo Renzi. Ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, il magistrato siciliano, protagonista delle inchieste sulla trattativa Stato-mafia, critica duramente il leader di Italia Viva che ha denunciato i magistrati che lo hanno mandato a processo a Firenze per il caso Open. Per Di Matteo, Renzi vuole difendersi “dal processo e non nel processo”.

Nino Di Matteo

“C’è un caso che ha fatto molto scalpore in questi giorni. – ricorda Formigli a Di Matteo – Cioè le accuse di Renzi ai magistrati che lo stanno indagando che sono tre. Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, il suo sostituto Luca Turco e il giudice Antonino Nastasi. Questi tre sono stati denunciati per l’utilizzo di dati personali presi da un telefonino che secondo il senatore Renzi non dovevano essere diffusi e utilizzati perché attinenti alla sua azione di parlamentare. Questo è un fatto e la magistratura indagherà sulla denuncia che è stata depositata”.

“Ma c’è una cosa che è nuova. – prosegue Formigli nella sua introduzione – Renzi dice che questi tre magistrati non sono degni di giudicarlo perché sono persone non sincere, non perbene, non indipendenti. Uno è stato accusato di molestie. Anche se in realtà ha fatto appello. Un altro era sul luogo della morte di David Rossi e non lo ha detto. Un terzo ha messo in carcere i suoi genitori che poi sono stati scarcerati. Ha in qualche maniera detto che questi giudici non hanno il diritto di giudicarlo. Cosa ne pensa di questo attacco così frontale e così netto di un senatore indagato ai suoi indagatori?”, domanda finalmente a Di Matteo.

“Sono convinto che Renzi, così come qualsiasi altro cittadino, abbia pienamente il diritto di difendersi nel processo. – puntualizza subito Nino Di Matteo – Ma non quello di difendersi dal processo. Fino a quando l’indagato o l’imputato denuncia i pm per presunte scorrettezze o reati nella conduzione delle indagini, è un suo diritto. Ma quando invece, piuttosto che difendersi dai fatti che gli sono contestati, rivolge la sua attenzione contro le persone, allora siamo fuori dalle regole. Diventa un volersi difendere più dal processo che nel processo”, conclude.

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