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Ecco perché, alla fine, Matteo Renzi potrebbe salvare il leghista Durigon

Ufficialmente, Italia Viva non ha ancora preso una posizione ufficiale riguardo la mozione di sfiducia che sarà presentata a settembre da Pd, LeU e M5S nei confronti del sottosegretario della Lega Claudio Durigon. In realtà, però, qualcosa bolle già nella pentola di Renzi. Con indiscrezioni clamorose secondo le quali l’ex premier potrebbe addirittura scegliere di non votare il provvedimento nei confronti dell’esponente del Carroccio, che il 4 agosto aveva proposto di reintitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, piuttosto che a Falcone e Borsellino.

Ecco perché, alla fine, Matteo Renzi potrebbe salvare il leghista Durigon

Stando a quanto rivelato da Il Fatto Quotidiano, non un’ipotesi così remota. Il tutto nonostante diversi esponenti di Italia Viva siano andati già all’attacco di Durigon: Teresa Bellanova aveva parlato subito di “una bruttissima pagina di politica”, mentre Davide Faraone aveva detto: “Offendere i due eroi dell’antimafia dovrebbe essere considerato un reato”. Il problema però sarebbe legato alla volontà di non creare pericolosi motivi d’attrito all’interno del governo Draghi.

Alle pagine de La Stampa, il presidente del partito di Renzi Ettore Rosato ha così anticipato che i voti di Italia Viva potrebbero non esserci perché si tratterebbe, di fatto, di “una mozione di censura” contro Draghi. Posizione che sembra trovare conferma negli ambienti vicini all’ex premier. Luciano Nobili, deputato romano e fedelissimo di Renzi, ha aggiunto a sua volta: “Le parole di Durigon sono inaccettabili e vanno condannate, ma non spetta a noi decidere se deve dimettersi. Per me il caso è chiuso”.

CLAUDIO DURIGON SOTTOSEGRETARIO DI STATO AL MINISTERO DEL LAVORO E LE POLITICHE SOCIALI

Col passare dei giorni, insomma, la posizione di Italia Viva sembra essersi fatta sempre più lontana da quella del resto del centrosinistra. Un problema non da poco, visto che Pd, M5S e LeU rischiano così di non avere la maggioranza né alla Camera né al Senato, con i numeri che si stanno facendo via via sempre più risicati e l’incognita di alcuni ex Cinque Stelle non iscritti a nessun gruppo. Difficile d’altronde immaginare che qualcuno, dalle parti del centrodestra, sia disposto a commettere uno sgarbo così palese nei confronti di Matteo Salvini.

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