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Erasmus, ecco cosa ha deciso (davvero) il Regno Unito in piena Brexit

Cosa sta succedendo veramente nel Regno Unito? Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che il programma di scambio europeo per gli studenti Erasmus + sarebbe stato definitivamente abbandonato, voce che aveva scatenato immediata la rabbia degli utenti social. Si tratta però di una sintesi non del tutto corretta di quello che sta avvenendo oltre la Manica. Anche perché, al momento, il programma resta al suo posto, senza conseguenze per gli scambi già in corso o che stanno per partire. 

Erasmus+, nato circa una trentina di anni fa, ha coinvolto col tempo circa 8 milioni di persone, finanziato con 14,5 miliardi di euro con l’ultimo bilancio comunitario. Il futuro del programma è chiaramente nebuloso, con l’annunciata uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, e insieme ad altre tematiche sarà oggetto nel corso dei prossimi mesi di trattative che vedranno le due parti sedute al tavolo alla ricerca di un compromesso.Regno Unito e Unione Europea saranno infatti alle prese con il difficile processo che regolerà la Brexit e dovranno mettere nero su bianco le loro future relazioni. Un processo che potrebbe durare molto a lungo: al momento il parlamento britannico sta ancora discutendo l’accordo concordato a ottobre fra il governo di Boris Johnson e la Commissione Europea, che riguarda soltanto le misure relative all’uscita vera e propria dall’Ue.Una discussione all’interno della quale il partito Liberal-Democratico aveva proposto un emendamento all’accordo che avrebbe vincolato il governo a chiedere all’Unione Europea di rimanere all’interno del programma Erasmus+ anche dopo Brexit. L’emendamento, questa la recente notizia, è stato bocciato con 344 voti contro e 254 a favore. Conseguenze pratiche, comunque, al momento nessuna. Per tutto il 2020 il Regno Unito farà di sicuro ancora parte del progetto. E poi? Non si sa, anche se a parole il governo britannico ha fatto capire di voler confermare il proprio impegno, limitandosi a cercare una nuova intesa. 

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