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Esami di Maturità, la rabbia dell’ex ministro Bianchi: “Traccia inaudita e offensiva”

Al via oggi con il tema di italiano gli esami di Maturità 2023. Ma è subito polemica. Ad innescarla è l’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Una delle tracce di attualità richiama infatti una lettera aperta inviata nel 2021 dal mondo accademico e culturale, proprio a lui quando ricopriva quel ruolo, per invitarlo a reintrodurre le prove scritte alla maturità. Lettera che è stata scritta durante il periodo della pandemia di Covid.
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Agli esami di Maturità quest’anno partecipano oltre 530mila studenti. Tra le tracce, oltre alla lettera all’ex ministro Bianchi, anche un articolo del giornalista Marco Belpoliti. E poi, ancora, Salvatore Quasimodo, Alberto Moravia, Piero Angela, Oriana Fallaci. Ma è la traccia ‘dedicata’ a lui che fa esplodere l’ex ministro Bianchi.

Esami di maturità: l’ex ministro Bianchi infuriato

“Al tempo del Covid abbiamo garantito a tutti un esame, si danno tracce sui fatti non sul sentito dire. – sbotta l’ex ministro Bianchi raggiunto dall’Adnkronos – Considero inaudito e offensivo nei miei confronti e anche nei confronti dei ragazzi la traccia sulla lettera a me indirizzata. È totalmente fuori luogo. Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…. ‘. Ma ci vogliamo attenere ai fatti?”

“Gli esami di maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del Covid ed abbiamo comunque garantito a tutti un esame. – prosegue l’ex ministro Bianchi – E l’anno successivo siamo stati noi a ripristinare gli esami scritti e tra l’altro con un testo su Pascoli, uno su Verga e soprattutto un testo bellissimo della senatrice Segre e un testo di Giorgio Parisi, premio Nobel, e ancora uno di Ferraioli sul pianeta Terra: tutti riferimenti grandi e solidi. Insomma non si dà nelle prove un testo basato su ‘abbiamo sentito dire che lei sarebbe orientato’, si danno tracce sui fatti. Non c’è stata la prova scritta nell’anno del Covid e siamo stati noi, ribadisco, a ripristinarla”, conclude.
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