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Felicità, il lato oscuro delle Nazioni più ricche: Paesi nordici tra il benessere economico e l’alto tasso di suicidi

La felicità è un diritto di tutti. Per sottolineare l’importanza di questa affermazione l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito il 28 giugno del 2012 la Giornata mondiale della Felicità, che quest’anno si festeggia il 20 marzo in tutto il mondo. A pochi giorni dallo svolgimento dell’evento mondiale, l’Onu ha pubblicato la classifica dei Paesi più felici del mondo: al primo posto c’è la Finlandia, che supera la Norvegia in vetta lo scorso anno. L’Italia sale di una posizione, ma continua a restare in coda. Dunque stando al rapporto dell’Onu, il Nord Europa si riconferma una terra felice. Ma sarà davvero così?

L’altro lato della medaglia
Insieme alla statistica dei Paesi più felici del mondo, arriva però anche un’altra classifica sicuramente più inquietante, in cui essere tra le ultime posizioni è certo motivo di vanto: quella dei suicidi. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, la felice Finlandia è addirittura 32°, l’Islanda 40°, la Svezia 51°, la Svizzera 61°, i Paesi Bassi 81°e la Danimarca 89°. E in Italia? Il nostro Paese si classifica addirittura al 142° posto, con un tasso di suicidi ogni 100mila abitanti che è quasi un terzo di quello finlandese. In Grecia invece, nonostante la crisi economica si è posizionata 157° su 183 Paesi, segno che la solidità economica di uno stato non sempre va di pari passo con la felicità.
Il lato oscuro dei Paesi ricchi
Sulla base di questi dati, nasce spontaneo chiedersi perché nonostante questi Paesi appaiano dall’esterno come isole felici, il numero di persone che decide di togliersi la vita è così più alto che in nazioni in difficoltà economiche come Italia e Grecia? Anche se trovare una risposta non è così semplice, per quanto riguarda la Scandinavia uno studio del Consiglio dei ministri Nordico e dell’Istituto di ricerca sulla Felicità di Copenaghen (In the Shadow of Happiness), ha provato a spiegarne le cause: Secondo lo studio, il 12,3% della popolazione dei Paesi Nordici è in condizioni di infelicità e di sofferenza psicologica, percentuale che sale al 13,5% fra i giovani tra i 18 e i 23 anni e ben al 19,5% tra le ragazze svedesi (contro il 13,8% dei ragazzi). Solo gli anziani sono ancora meno felici dei giovani, con il 16% degli over 80 scandinavi in condizioni di sofferenza per problemi fisici di salute e solitudine.
Il report mostra come nei Paesi Nordici il tradizionale pattern a “U” di distribuzione della felicità per fasce di età sia diverso da quello del resto del mondo: se infatti di solito sono i giovani e gli anziani a essere più felici della media (appunto con un andamento a “U”), ecco che invece in Scandinavia il pattern risulta praticamente rovesciato, con giovani e anziani meno soddisfatti degli altri. A che cosa si deve questa insoddisfazione? I cinque fattori che influenzano i livelli di infelicità, secondo lo studio, sono nell’ordine: problemi di salute, disagio psicologico, differenze di reddito, disoccupazione e isolamento sociale.

 

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