Il governatore Attilio Fontana ancora nella bufera, dopo le parole del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Marco Degli Angeli che ha spiegato: “Altri nove paesi lodigiani e cremonesi sarebbero dovuti diventare zona rossa dal 25 febbraio: la notizia, se confermata, sarebbe gravissima”. Parole che riprendono le rivelazioni del Fatto Quotidiano, che ha diffuso il contenuto di una riunione andata in scena il 23 febbraio scorso e che interessato la task force regionale.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20799%20450'%3E%3C/svg%3E)
Un vertice in cui si sarebbe discusso di chiudere altri comuni oltre ai dieci della prima zona rossa, provvedimento che poi non è stato preso. “Fontana riferisca in Consiglio regionale e faccia chiarezza il prima possibile: la provincia di Cremona e Lodi è stata tra le più colpite dal Covid con un numero di ricoveri e decessi impressionante e gli ospedali messi sotto stress per settimane” è stata la denuncia del consigliere regionale cremasco.
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“Se già al 23 febbraio c’erano le avvisaglie di numeri preoccupanti di contagi in alcuni comuni lombardi, oltre ai 10 già noti al Viminale, Fontana doveva richiedere altre zone rosse o istituirle in autonomia, come previsto dalla legge e come fatto da altre Regioni e Comuni”. Gli ulteriori nove comuni presi in considerazione per il lockdown sarebbero Santo Stefano Lodigiano, San Rocco al Porto, Corno Giovine, Cornovecchio, Caselle Landi, Pizzighettone, Formigara, Gombito, Brembio.
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“Oggi siamo di fronte ad un fatto molto grave e Fontana dovrà dare spiegazioni perché se il 23 febbraio sapeva di un numero elevato di contagi nelle zone del lodigiano e cremonese non ha formalizzato la richiesta ed esteso la zona rossa a quei 9 Comuni” ha chiesto anche la deputata Stefania Mammì. Un caso che rischia di aprire nuove polemiche sulla vicenda delle zone rosse in Lombardia.
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