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Da amiche a nemiche: incredibile, la Carfagna porta in tribunale Nunzia De Girolamo!

Che guerra! Mara contro Nunzia. Carfagna contro De Girolamo. Povero Berlusconi… A distanza di un anno Carfagna chiama in tribunale De Girolamo con tanto di risarcimento danni di oltre 100mila euro per “asserita diffamazione”. L’oggetto del contendere è un’intervista della beneventana a Myrta Merlino su La7. La prima, Mara, si schiera con Luigi Cesaro detto ‘a Purpetta, il ras delle preferenze in Campania; la seconda, Nunzia, non dimentica lo sgarro di avere visto saltare, a suo tempo, la candidatura come capolista nella sua Benevento. I coltelli non hanno smesso di essere affilati e così le due paladine del Cavaliere, un tempo sincere amiche, sono diventate fierissime nemiche.

L’inimicizia separa le due ragazze della Campania e le carte bollate macchiano definitivamente quella che fu l’avanguardia azzurra delle amazzoni. La vicenda si consuma nei giorni della chiusura delle liste per il turno delle politiche del 4 marzo scorso e culmina, come anticipato sopra, con un atto di citazione. Per comprenderne il contenuto occorre riavvolgere il nastro…

Ad Arcore, intorno al 25 gennaio 2018, è tutto un via vai di luogotenenti di Forza Italia. Sono ore concitate perché si limano le liste. C’è chi entra e c’è chi esce. Alla luce dei sondaggi che girano in quei giorni, non favorevoli, è assai preferibile essere in testa ai listini bloccati. Altrimenti si rischia di restare fuori dal Palazzo. De Girolamo appare sicura di sé e in diretta telefonica con il responsabile dell’organizzazione Gregorio Fontana riceve le rassicurazioni. “Lo chiamo e lui risponde che è tutto a posto, mi dice di stare tranquilla, che stanno lavorando” confiderà poi alla Merlino.

Il Cavaliere, va da sé, non oserebbe mai rinunciare a una delle sue madamine di Montecitorio. Eppure quando si arriva al dunque il nome della De Girolamo non è più in cima alla lista. Cosa è successo? Solo per caso lei viene a sapere del colpo basso dallo stesso Fontana. È furibonda, corre alla sede del partito, ma è sul piccolo schermo che si confessa. In diretta, ospite a L’Aria che tira, ricostruisce: “Quella notte, ho i coordinatori regionali testimoni, a prendere le liste c’erano De Siano (coordinatore campano, ndr), Luigi Cesaro, Paolo Russo e, mi spiace dirlo, Mara Carfagna”.

E lì sferra l’attacco che spingerà Carfagna alla guerra delle carte bollate: “Non posso accettare che esista il metodo delle donne che odiano le donne, mi aspetto da Mara che prenda le distanze da questa classe dirigente, perché lei è una donna diversa e non può essere coinvolta e confusa con chi ha fatto questo perché quella notte c’era lei”. Ma l’amica-nemica Mara non solo non prende le distanze ma invia l’atto di citazione con risarcimento danni. Atto che a De Girolamo viene recapitato lo scorso ottobre da parte del Tribunale di Roma.

E così le due non si parlano più. Non un contatto, non un chiarimento. Si ritroveranno assai presto davanti un giudice. Prima però ci sarà una sfilata di testimonianze. De Girolamo ha citato Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli, Renato Brunetta, Paolo Romani, Gianni Letta, persino Silvio Berlusconi in persona. A favore di chi si schiereranno? Bocche cucite. Ma a Berlusconi tutto questo di certo non piace. Il controllo sul partito è sempre più debole.

 

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