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Giorgetti sfida Salvini e prova a prendersi la Lega

Guerra di successione aperta nella Lega. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, indicato come il maggiore avversario di Matteo Salvini nel partito, avrebbe lanciato la sua sfida. Una sorta di congresso aperto nel Carroccio per stabilire la nuova linea politica che, secondo gli avversari del segretario, dovrebbe essere più moderata e vicina alle posizioni del Partito polare europeo.

Giorgetti sfida Salvini

A cercare di dipanare la matassa della scontro interno nella Lega ci prova anche Francesco Verderami. Il giornalista pubblica un retroscena sul Corriere della Sera in cui scrive che il congresso della Lega sarebbe già iniziato, anche se non ufficialmente. Ad aprirlo con la forza sarebbe stato Giorgetti. Il ministro avrebbe scommesso tutto su una sconfitta della Lega salviniana nelle urne delle elezioni Amministrative di domenica prossima. Il ragionamento dei giorgettiani è che, se il risultato delle urne dovesse consegnare un Carroccio sotto al 10% nelle regioni del Sud, a quel punto verrebbe meno il sogno di trasformare la Lega in un partito di respiro nazionale.

L’eventuale ritorno della lega ad essere solo il partito del Nord, permetterebbe a Giorgetti di immaginare di mettersi alla guida di un partito moderato, molto simile alla Csu bavarese in Germania, ovviamente inserito nel Ppe. Basta con il sovranismo insomma. La dipartita politica di Luca Morisi, poi, colpito da un’indagine per droga, sta dando la spinta propulsiva finale ai nemici interni di Salvini.

Ma la sfida resta comunque tutta politica. Giorgetti negli ultimi tempi si è dimostrato contrario su tutto rispetto alle scelte del suo segretario. Si guardi al green pass voluto dal governo Draghi, oppure ai mancati attacchi al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sulla questione migranti. Ma, soprattutto, a rendere palese la spaccatura è stata l’apertura di Giorgetti nei confronti di Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma in contrapposizione al candidato ufficiale del centrodestra Michetti. Il no del potente ministro all’ipotesi Berlusconi al Quirinale, poi, mirerebbe a far saltare la federazione di centrodestra agognata da Salvini.

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