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Michele Santoro, la ricercatrice ucraina lo attacca: “Speculazione ipocrita”

Nonostante non lavori più da qualche anno in televisione, negli ultimi giorni Michele Santoro si è ripreso con la forza la scena mediatica italiana. L’ex conduttore di innumerevoli talk show si ritrova al centro dell’attenzione a causa delle sue teorie ‘pacifiste’ sulla guerra in Ucraina. I suoi detrattori lo accusano di fare da megafono involontario alla Russia di Vladimir Putin. Ma lui tira dritto e decide persino di organizzare una serata-evento dal titolo ‘Pace proibita. Una protesta contro l’esaltazione delle armi come soluzione’. Ma la sua iniziativa viene stroncata dalla ricercatrice ucraina Nona Mikhelidze che parla di “speculazione ipocrita”.

Michele Santoro

Si è tenuto dunque nella serata di lunedì 2 maggio al teatro Ghione di Roma l’evento ‘Pace proibita’ organizzato da Michele Santoro. All’evento, trasmesso solo da Telenorba e Byoblu, hanno partecipato personaggi noti come Luciana Castellina, Ascanio Celestini, Jasmine Cristallo, Elio Germano, Sabina Guzzanti, Fiorella Mannoia, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Vauro e Massimo Wertmüller.

“Si sono dette tantissime cose da Santoro in poi. – dichiara Nona Mikhelidze ospite di La7 parlando della serata – Il problema di Michele Santoro è la speculazione fatta sugli accordi di Minsk (tra Russia e Ucraina). Perché se lui vuole fare quello imparziale, deve sapere che con gli accordi di Minsk la responsabilità degli obblighi non se l’è presa solo l’Ucraina ma anche la Russia”.

“Quando Kiev ha detto che dava lo status di autonomia al Donbass, cambiava la Costituzione. Lo status di autonomia doveva essere discusso, come è giusto che sia, con i rappresentanti di Donetsk e Lugansk. – spiega la studiosa ucraina – Ma l’Ucraina diceva di arrivare alla demilitarizzazione della regione prima di fare le elezioni. Ma la Russia ha detto di non volersi ritirare. E quindi io trovo altamente ipocrita da parte non solo di Santoro, ma di tanti altri come lui, parlare solo di responsabilità ucraine”, conclude.

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