Un’epidemia che finora sembrava lontana, confinata ad Asia prima ed Europa poi. E che ora invece è di colpo arrivata anche sul suo americano, occupando le prime pagine dei tg e dei giornali nel giorno dello storico accordo firmato con i talebani. Trump si sta sforzando in queste ore di rassicurare i cittadini, spiegando come la ricerca Usa sia la più efficace al mondo. Ma l’ipotesi più ottimistica è che un vaccino vero e proprio faccia capolino soltanto nel giro di un anno, quando la speranza è che il coronavirus sia ormai già agli archivi da un pezzo.
Simili casi vengono denunciati anche da tanti ammalati di influenza che si sottopongono a controlli per scongiurare l’ipotesi di aver contratto il coronavirus. In diversi Stati tali esami sono gratuiti ma se ci sono successive cure da seguire quelle, invece, risultano a pagamento. In Florida è addirittura il conto del tampone stesso ad arrivare a casa. Tra i casi più eclatanti, quello denunciato da Frank Wucinsky: tornato dalla Cina, è rimasto due settimane in quarantena in una struttura militare. Tornato a casa, ecco arrivare fatture per quasi 4 mila dollari.
Un problema nel problema, in quell’America il cui sistema sanitario è una creatura tentacolare, con miriadi di assicurazioni e polizze sanitarie di varia copertura. Le proteste sono all’ordine del giorno ma ora rischiano di essere amplificate dall’emergenza nazionale. Con la paura, sullo sfondo, che la gente eviti di controllarsi per non andare in contro a spese esorbitanti, favorendo così la diffusione del coronavirus sul suolo statunitense.L’allarme delle imprese italiane: “Gli stranieri non caricano più le nostre merci”