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Governo, Calenda sfida Conte: “M5S deve scegliere se stare dentro o fuori”

Alta tensione nel governo Draghi dopo le pressanti richieste di Giuseppe Conte al premier di un voto in Parlamento per decidere sul prossimo invio di armi all’Ucraina. Il primo a bacchettare il leader del M5S è stato il segretario del Pd Enrico Letta. Oggi anche il fondatore di Azione, Carlo Calenda, a margine degli Stati generali della natalità a Roma, rispondendo ai giornalisti lancia la sfida a Conte: “Scegli se stare dentro o fuori dal governo”.

Carlo Calenda e Giuseppe Conte

“Noto anche una certa ignoranza costituzionale perché un governo che ha ricevuto la fiducia del parlamento, fatto di eletti, e questa fiducia è stata data anche dal M5S, è un governo che ha un pieno mandato popolare. – così Calenda commenta le recenti dichiarazioni di Conte – La linea di Draghi è molto chiara e l’ha espressa anche negli USA in modo molto diretto al presidente Biden. Cioè la ricerca di un cessate il fuoco, nessuna pretesa di rimuovere Putin, che è ovviamente irrealistica, e evitare escalation”, sottolinea il leader di Azione.

“Rispetto a questo il M5S deve scegliere se stare nel governo o uscire dal governo. – ecco l’aut aut ai pentastellati – Questa sorta di penultimatum di Conte per farsi un po’ di pubblicità elettorale è insopportabile e poco seria. Ci sono due adulti che governano, che sono Mattarella e Draghi. E ci sono dei ragazzini che, in modo del tutto irresponsabile, cercano di raccattare quattro voti nelle frange di dissenso. Ma non avendo mai il coraggio di staccare la spina al governo”, attacca ancora l’ex ministro.

“Quindi semplicemente dicendo parole in libertà. – prosegue Calenda – Perché se uno ritiene che la posizione su una questione così grave come la guerra in Ucraina non lo rappresenta, allora deve uscire dal governo. Se non lo fai vuol dire che stai facendo soltanto la persona poco seria”. Poi risponde ironicamente alla domanda se sia il caso di andare ad elezioni anticipate: “Voto anticipato? Mi sembra il momento opportuno per affondare definitivamente il Paese”.

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