Lo stile è sempre quello. Graffiante, sopra le righe, provocatorio. Alle volte volgare, offensivo, arrogante. Beppe Grillo è tornato alla carica dal Circo Massimo, sul palco di Italia 5 Stelle, kermesse che lo ha visto protagonista un po’ marginale rispetto alle manifestazioni pentastellate degli scorsi anni ma comunque di rilievo. Scatenando una polemica, l’ennesima, a causa dell’uso improprio del vocabolario. “Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autismi”. La malattia usata per prendere in giro la vecchia politica, di fronte agli esponenti del Movimento. E ancora: “L’autismo non lo riconosci. Per esempio, la sindrome di Asperger: c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che l’altro non sta capendo e vanno avanti. E magari fanno esempi che non c’entrano un c…o con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale”.
Un messaggio come altri, tantissimi, piovuti subito su Facebook. “Non è bello prendere in giro noi autistici, darci degli psicopatici e usarci come oggetto di scherno”, “gli autistici hanno diritto di essere trattati da cittadini, come qualsiasi altro abitante di questo Paese”. Contro Grillo è anche arrivato immediato l’affondo di Matteo Renzi, durissimo sui propri profili social: “Beppe Grillo, per me fai schifo. Chi ha un figlio con disturbi dello spettro autistico combatte ogni giorno perché il suo bambino non venga discriminato. Che vergogna vedere il primo partito italiano chiudere la propria festa annuale con parole di scherno verse queste famiglie”.