Vai al contenuto

Grillo: “Mio figlio non è uno stupratore, allora arrestate me”

Beppe Grillo prende le difese del figlio Ciro, che insieme ad altri tre amici di origini genovesi è accusato dello stupro a danno di una ragazza italo-svedese conosciuta a Porto Cervo nell’estate del 2019. Lo fa con un video pubblicato sui propri canali social in cui il fondatore del Movimento Cinque Stelle dice: “Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… Vi è sembrato strano. Bene, è strano. Se non avete arrestato mio figlio, arrestate me perché ci vado io in galera”.

Grillo: "Mio figlio non è uno stupratore, allora arrestate me"

Nel filmato, Grillo poi aggiunge: “C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”. Parole che, però, hanno diviso gli utenti. Se non sono mancati messaggi di solidarietà, ci sono anche tante persone che hanno puntato il dito contro il messaggio del comico, accusandolo di sessismo e maschilismo.

“Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe” è stata invece Alessandro Di Battista, in risposta al post di Grillo. Negli ultimi giorni, Ciro Grillo e gli altri ragazzi di Genova coinvolti nella vicenda sono stati interrogati dalla Procura di Tempio Pausania. Secondo quanto riportato da Repubblica, hanno ribadito la loro dichiarazione di innocenza e la tesi di un rapporto consensuale, mentre per gli inquirenti si è trattato di uno stupro di gruppo.

Negli atti si legge che la ragazza “sarebbe stata “afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo”. A breve i magistrati potrebbero chiedere al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio. Prima, però, andrà fissata l’udienza preliminare e sentire gli indagati, anche se i difensori sperano ancora in una archiviazione.

Ti potrebbe interessare anche: Zaky, Draghi se ne lava le mani e interviene Amnesty: duro attacco al premier italiano