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Di Maio rompe con Salvini: “Gli elettori scelgano noi o una nuova Tangentopoli”

Una parola che sta segnando la campagna elettorale dei Cinque Stelle in vista delle europee: Tangentopoli. Un termine forte, che evoca ricordi terribili per questo Paese. E che è tornato a circolare dopo le recenti vicissitudini giudiziarie che hanno visto dei politici come protagonisti: “spuntano tangenti ovunque, giorno dopo giorno e la scelta in vista delle Europee sembra essere sempre più chiara: il 26 maggio la scelta sarà tra noi e questa nuova Tangentopoli”.

Il commento arriva nel giorno in cui l’inchiesta Piazza pulita, della procura di Busto Arsizio (Va) ha portato agli arresti domiciliari del sindaco leghista di Legnano (Mi), l’assessore alle Opere Pubbliche e il vice-sindaco di Forza Italia (in carcere). Come ricorda Open, mentre Salvini si è detto fiducioso nei magistrati Di Maio è invece andato all’attacco, esattamente come aveva fatto con la recente inchiesta sulle tangenti che ha travolto il centrodestra in Lombardia. Ma era stato il caso Siri, a riaccendere lo scontro tra gli alleati di governo.Il partito di Salvini ha usato più volte l’arma delle indagini che hanno coinvolto gli esponenti 5 Stelle, ricordando l’arresto del presidente dell’assemblea Capitolina Marcello De Vito. Espulso dal Movimento 5 Stelle “in 30 secondi” secondo la narrazione pentastellata. Sia Salvini che Di Maio hanno dato enfasi alle inchieste che hanno coinvolto gli esponenti del centro-sinistra (dall’Umbria alla Calabria), con il primo che ha attaccato Nicola Zingaretti anche per la nomina nella direzione generale dello sviluppo economica di una dirigente regionale imputata per truffa nei confronti della Regione Lazio (costituitasi parte civile).In questo corto-circuito continuo, a base di avvisi di garanzia, c’è una data che più di altre è all’attenzione del Movimento 5 Stelle: il 30 maggio è attesa a Genova la sentenza nel processo per “spese pazze del vice-ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi (ex consigliere regionale in Liguria). Secondo il contratto di governo Lega-M5S, nessun membro dell’esecutivo può restare al suo posto in caso di condanna, anche di primo grado.

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