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I conti di Conte non tornano: il premier contesta le stime Ue

L’Italia contro Bruxelles, oggetto del contendere i conti pubblici. La trattativa con l’Europa parte in salita, con il governo molto preoccupato per i futuri passi sulla procedura e fermo nel contestare le stime della Commissione che ritiene lontane dalla realtà. L’Italia non arriva a Bruxelles “a mani vuote” ha precisato il premier Giuseppe Conte appena atterrato nella capitale belga per il vertice europeo.

Ma poi, dopo i colloqui avuti a margine del Consiglio, eccolo subito esprimere il timore sull’esito del negoziato e cerca un ultimo contatto con Merkel per cercare una via d’uscita dall’impasse. “La situazione è molto difficile” ha detto il premier italiano nella notte tra giovedì e venerdì 21 giugno, “ma farò ogni sforzo, fino all’ultimo per evitare la procedura di infrazione”. A chi gli chiede se sia necessario fare un intervento ulteriore all’assestamento di bilancio, come una manovra correttiva, per venire incontro all’Ue, Conte ha risposto “sarebbe una richiesta ingiusta, e inaccettabile”. Per poi attaccare anche le nomine Ue: “C0è stallo, è stato dato mandato a Tusk di parlare con i rappresentanti in Parlamento Ue per vedere di superare il criterio degli Spitzenkandidaten”.Conte ha anticipato che l’Italia ha “conti pubblici che vanno meglio del previsto” contestando le stime dell’Unione Europea definite “fuori dalla realtà”. Il premier ritiene ingiusta un’eventuale sanzione contro l’Italia perché, nonostante la crescita sia più bassa, il deficit 2019 è stimato “al 2,1% e non al 2,5% previsto dalla Commissione”, evocando poi la disponibilità di 5 miliardi, già messi in conto.

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