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Vaccino ai bimbi, Crisanti: “Si può criticare religione e Costituzione ma Aifa e Ema no?”

Andrea Crisanti torna ad esprimere dubbi sulla vaccinazione dei bambini e punta il dito contro il “business” delle case farmaceutiche. Il virologo dell’Università di Padova rilascia un’intervista al quotidiano La Verità. Rispondendo alle domande del giornalista Alessandro Rico, Crisanti ribadisce che sarebbe stato meglio attendere un mese prima di dare il via libera alla vaccinazione dei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Il medico punta anche il dito contro il “business” delle case farmaceutiche.

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti lo aveva dichiarato già alcuni giorni fa. “Sono favorevole al vaccino ai bambini. – aveva detto durante L’aria che tira su La7 – Ho solo detto che al momento non ci sono ancora le dosi pediatriche, bisognerebbe aspettare comunque 15 giorni. Ho semplicemente detto che non c’è fretta. Si possono aspettare due settimane per vedere quali dati arrivano dagli Stati Uniti, con un altro milione di bambini vaccinati e non con soli 2000 bambini inseriti nello studio. È una posizione da no vax? Ma stiamo scherzando?”.

Parole che gli sono costate un mare di critiche. “I bambini non sono piccoli adulti. Sono diversi dal punto di vista fisiologico e metabolico. – torna però sul tema Crisanti rispondendo a La Verità – I dati che valgono per gli adulti non possono essere applicati per analogia anche a loro. Pfizer ha condotto uno studio su 2000 bambini e fra un mese avremo dati su un milione di vaccinati in Usa e Israele. Sarebbe stato meglio aspettare”.

Secondo un polemico Crisanti “la libertà esiste se la si esercita. Si può criticare la religione e la Costituzione, ma l’Aifa e l’Ema no? Anche sul long Covid fra i più piccoli si tirano cifre a caso”. Parlando invece di Pfizer, che ha ribadito che serviranno richiami annuali, di Moderna, che punta su vaccini aggiornati, e di Ema, dove qualcuno ha parlato di “strategia commerciale’”, il virologo ammette che “sarà sempre questione di business. Non serve più nemmeno scandalizzarsi. Il punto è che le autorità politica le devono moderare”.

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