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Migranti, comandante Humanity 1 non lascia il porto di Catania: “Seguo la legge del mare”

Continua il braccio di ferro tra il governo italiano e la nave Ong Humanity 1. Dall’imbarcazione, ormeggiata nel porto di Catania, sono scesi quasi tutti i migranti, ma ora il capitano tedesco dell’imbarcazione battente bandiera germanica si rifiuta di lasciare il porto di Catania. Gli avvocati della Ong hanno già fatto ricorso al Tar contro la decisione del governo del premier Giorgia Meloni e del vicepremier Matteo Salvini. Una situazione che ricorda molto da vicino lo scontro avvenuto nel 2019 tra Carola Rackete e l’allora ministro dell’Interno Salvini.

Il capitano della Humanity 1 contro Salvini e Meloni

“Non posso lasciare il porto di Catania, dobbiamo trovare una soluzione qui. – dichiara Joachim Ebeling – Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale. I naufraghi rimasti a bordo sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. È difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi”.

“Se adesso andassi via violerei una serie infinita di leggi e convenzioni internazionali e qui nel porto di Catania non sto facendo nulla di illegale. – ribadisce il capitano della Humanity 1 – Sto seguendo la legge del mare. Ai responsabili di questa situazione direi di informarsi meglio sul dovere di soccorso delle persone in pericolo in mare. Lo sbarco dei naufraghi nel luogo sicuro più vicino è un obbligo. E il nuovo governo italiano non può cambiare il diritto internazionale del mare a proprio piacimento. È stata fatta una selezione disumana e illegittima dei sopravvissuti che si basa su un decreto illegale”, attacca Eberling.

“Io e l’organizzazione che mi ha assunto, la Sos Humanity, in questo siamo assistiti da un team legale italiano. – spiega ancora il capitano della nave Ong tedesca – Verrà avviata una procedura d’urgenza di fronte al tribunale di Catania per garantire ai naufraghi di poter chiedere asilo e sarà presentato appello al Tar del Lazio. Ma il nostro principale interesse è che tutti i trentacinque sopravvissuti al Mediterraneo possano sbarcare immediatamente dalla nave”.

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