Vai al contenuto

Il centro di Venezia va all’asta: ecco cosa sta succedendo nel cuore della città degli innamorati

Dal caffè Florian alla gioielleria Nardi: ci sono anche loro nella lista delle botteghe storiche di Venezia che sono a rischio di sfratto da parte del Demanio, costretto per legge a concedere gli affitti a chi offre di più. Saranno quindi battuti via all’asta al miglior offerente, come si usa fare con i vecchi pezzi d’antiquariato, e chi se li aggiudicherà potrà prenderli in gestione e decidere che cosa farne. Rischiano di chiudere così il caffè Florian, il più antico del mondo aperto nel 1720, punto d’incontro per musicisti, dogi e intellettuali come Vivaldi e Casanova, e la gioielleria Nardi, fondata negli anni Venti del secolo scorso, tappa fissa per Grace di Monaco e Liz Taylor. Ma anche l’insegna Lonchamp, due negozi di vetri, il museo della fondazione Bevilacqua la Masa. E all’asta andrà anche l’ex ufficio turistico all’Ascensione. In sostanza ben presto Piazza San Marco a Venezia potrebbe non essere più come oggi la conosciamo.

Tutta colpa di una nuova normativa
Il nodo della questione nasce a causa della nuova normativa applicata dal Demanio per rinnovare le concessioni dei locali in affitto. A Venezia, tutti i titolari di queste botteghe storiche sono in affitto, mentre il proprietario delle mura è lo Stato italiano. La volontà del Demanio di organizzare l’asta per questi locali non nasce dalle difficoltà economiche di chi gestisce queste strutture, ma appunto perché così prevede la normativa sul rinnovo degli affitti commerciali. Secondo questa legge, la gestione gli spazi del Demanio devono essere soggetti a una gara europea ogni sei anni, senza diritto di prelazione. Per partecipare, basta presentare una manifestazione d’interesse.
La manifestazione d’interesse
Dopo la presentazione della manifestazione di interesse, l’iter prosegue la gara con asta a busta chiusa e il rischio per gli antichi inquilini di vedersi scippato il posto nel caso in cui qualcuno presenti un’offerta più appetibile. Il fatto è che i locatari dei negozi demaniali sono per lo più attività di pregio e attività storiche. Ed è per questo, per salvare le attività di pregio, che oggi Associazione Piazza San Marco, Comune e il gruppo Liga Veneta Lega Nord del Consiglio Regionale del Veneto presenteranno un pacchetto di proposte.

Gli otto negozi

In tutta la piazza lo Stato possiede 22 spazi divisi tra 8 negozi. Prima esisteva il diritto di prelazione, poi nel nome della concorrenza e del libero mercato è entrato in vigore il dpr 296 del 2005, che prescrive che gli spazi dati in affitto dall’Agenzia del Demanio vadano a gara ogni sei anni senza diritto di prelazione. Se finora a scadenza di contratto l’avviso degli spazi da locare era pubblicato solo a livello cartaceo sugli albi delle agenzie regionali e dunque con limitata pubblicità, da ora la pubblicazione avviene sul web così tutto il mondo può farsi avanti.

 

Ti potrebbe interessare anche: I borghi italiani, oggi spopolati, possono rifiorire grazie politiche incentivanti