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Peng Shuai, il ‘diario proibito’ della tennista cinese

È ancora fitto il mistero su Peng Shuai. La tennista cinese è scomparsa dalla scena pubblica subito dopo aver denunciato sui social di aver subito un’aggressione sessuale da parte di un alto funzionario del governo di Pechino. Dopo una mobilitazione a livello globale, Peng Shuai è anche ricomparsa per una volta sugli schermi tv durante una manifestazione pubblica, per poi tornare nell’ombra. Anche il suo post di denuncia, pubblicato sul social network Weibo, è scomparso. Non prima però di essere immortalato da diversi screen shot. Le confessioni della tennista sono drammatiche.

Peng Shuai

“Non è facile parlarne, ma voglio che venga fuori fino a che punto mi sento ipocrita. – scrive Peng Shuai – Confesso di non essere una brava ragazza. Anzi, sono una cattiva, una pessima ragazza. Circa tre anni fa tu, vice premier Zhang Gaoli, sei andato in pensione e hai chiesto al dottor Liu, del Tianjin Tennis Centre, di contattarmi per fissare una partita di tennis con me, al Kangming Hotel di Pechino. – racconta la tennista – Dopo aver giocato a tennis la mattina, tu e tua moglie Kang Jie mi avete condotto a casa vostra. Poi tu mi hai portato in una stanza e, proprio come a Tianjin più di dieci anni fa, mi hai detto che volevi fare sesso con me”.

“Ero molto spaventata quel pomeriggio, non mi aspettavo che la cosa potesse accadere così, con una guardia fuori della porta, perché era impossibile far credere che tua moglie avrebbe acconsentito a una cosa del genere. – prosegue Peng Shuai – Avevamo fatto sesso una volta, sette anni prima, e poi tu eri andato a Pechino per partecipare alla commissione permanente del partito comunista. Da molto tempo avevo sepolto la nostra storia nel mio cuore, visto che non avevi intenzione di accollarti nessuna responsabilità. Ma allora, perché sei venuto a cercarmi nuovamente, per portarmi a casa tua e costringermi a fare sesso con te? Non ho nessuna prova, ed è stato impossibile conservare qualunque traccia dell’accaduto”, denuncia.

at Optics Valley International Tennis Center on September 23, 2019 in Wuhan, China.

Quel pomeriggio, sulle prime ti ho detto di no e sono scoppiata a piangere. – si legge nel post di Peng Shuai – Ho cenato con te e tua moglie, Kang Jie. Hai continuato a parlare e a dire tante cose, per scacciare i pensieri dalla mia mente. Dopo cena, hai detto che non mi avevi mai dimenticata in quei sette anni, e che avrei dovuto essere carina con te, e via dicendo. Mi sentivo invadere dal panico, ma ho ceduto. Sì, abbiamo fatto sesso. Da quel giorno, ho sentito di nuovo sbocciare l’amore per te. Anche a rischio della vita, voglio dire la verità su di te”.

“La sera del 30 ottobre 2021 abbiamo litigato. Tu hai detto che saremmo andati a casa tua il pomeriggio del 2 novembre per chiarire ogni cosa. – questo il suo drammatico sfogo – Oggi, a mezzogiorno, mi hai chiamato per dirmi che sei molto occupato e che ci sentiremo più avanti. E sei sparito nuovamente, come avevi fatto sette anni fa. Hai detto che non c’era nessun impegno tra di noi”.

“Avevi sempre paura che avrei portato con me un registratore, per raccogliere prove. Non ho nulla per provare quanto è accaduto, né audio, né video, solo l’esperienza reale della mia vita stravolta. Ma anche se rischio di disintegrarmi, come un uovo scagliato contro una roccia, sono pronta a dire la verità sul tuo conto. Negherai o passerai al contrattacco. Io sono una cattiva ragazza che non merita di diventare madre. Tu sei padre di un figlio e di una figlia. Dopo tutto quello che hai fatto in questa vita, saprai guardarli in faccia con la coscienza tranquilla?”, conclude Peng Shuai.

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