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Dimartedì, lo storico D’Orsi: “Stiamo correndo verso la Terza guerra mondiale”

Il mondo si sta avviando verso la Terza guerra mondiale. A lanciare l’allarme è lo storico Angelo D’Orsi, ospite dell’ultima puntata di Dimartedì. Rispondendo alle domande del conduttore Giovanni Floris, D’Orsi si lamenta prima del fatto che il presidente russo venga trattato come un criminale dalla diplomazia occidentale. E poi si lancia in questa drammatica previsione.

D’Orsi ospite di Dimartedì

“Tabacci ha in mente una visione assolutamente unilaterale della situazione che mi pare non possa aiutare. – ‘D’Orsi punta il dito contro l’altro ospite di Dimartedì, Bruno Tabacci – Francamente occorrerebbe uno sforzo di allargare la visuale a tutto il contesto. Alla genesi del conflitto e ai diversi attori. Smettere di dire che la colpa è di Putin sarebbe già un passo avanti. Smettere di demonizzare Putin come viene fatto continuamente sarebbe un passo avanti. Ma se voi lo insultate, i nostri politici lo insultano di continuo e poi vanno lì a chiedere di trattare. Il nostro ministro degli Esteri lo ha definito un pendaglio da forca. Ma è un linguaggio da statisti questo? – si chiede lo storico – Dobbiamo avere un atteggiamento diverso. Non puoi trattare con il nemico come se fosse un delinquente. Potete anche pensarlo ma non dovete dirlo, altrimenti non vi prende sul serio. Bisogna cambiare atteggiamento”.

“Corriamo il rischio di andare verso una Terza Guerra Mondiale. – avverte D’Orsi – Trovo bizzarro che questo rischio venga sottovalutato. Stiamo correndo verso la Terza Guerra Mondiale e bisogna che qualcuno fermi questa corsa. Mi sembra strano che in un Paese cattolico come il nostro si dia poco ascolto alle parole del Santo Padre. Io che non sono cattolico credo che si debba dare più ascolto al suo allarme”.

“Siamo nella stessa situazione del 1914, nessun attore politico sulla scena geopolitica mondiale pensava che sarebbe scoppiata la guerra dopo l’attentato di Sarajevo del 28 giugno. Ma tutti hanno alzato un po’ l’asticella e sono finiti dentro al conflitto mondiale senza rendersene conto. Ecco, bisognerebbe che i politici studiassero i libri di storia. La storia ci dà degli insegnamenti. Noi siamo sull’orlo del baratro”, conclude.

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