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Il folle esodo dal nord verso la Puglia: il 15% dei fuorisede ha viaggiato con la febbre

Dati terribili, quelli che arrivano dall’Italia e dal mondo sull’emergenza coronavirus, con i numeri dei contagiati e dei morti in ascesa in ogni Paese. Con retroscena che, come purtroppo accade frequentemente in questi giorni concitati, raccontano di come si fatichi ancora a comprendere la reale portata dell’emergenza. A fare stupore e rabbia sono in particolar modo i dati emersi nelle ultime ore sull’esodo che ha visto tante persone fuggire dal nord, la zona più colpita dello Stivale, per raggiungere il Meridione.

Stando ai dati rilevati dai principali scali pugliesi, infatti, 23 mila fuorisede avrebbero fatto ritorno dalla Lombardia e dal Veneto al momento in cui in queste Regioni era parsa evidente la gravità della situazione, con l’intervento del governo e le chiusure ormai nell’aria. Ad allarme, oltre alle dimensioni dell’esodo, è però anche un altro dettaglio, tutt’altro che banale: tanti viaggiatori sono saliti a bordo dei treni sapendo di avere la febbre. La protezione civile è infatti in allarme di fronte all’evidenza che conferma le peggiori preoccupazioni di queste ore: soltanto nell’ultima settimana, il 15% delle persone controllate nelle stazioni della Puglia aveva la febbre. Eppure non aveva rinunciato a mettersi in marcia, affrettandosi a raggiungere i propri parenti al Sud. Un comportamento irresponsabile che ora potrebbe provocare conseguenze devastanti, aprendo nuovi focolai anche nella parte meridionale d’Italia, finora meno colpita dal diffondersi dell’ormai famigerato Covid-19.Il ragionamento che in molti stanno facendo in queste ore è il seguente: se una Regione come la Lombardia, considerata un’eccellenza assoluta dal punto di vista sanitario, è stata messa in ginocchio dal divampare troppo veloce del contagio, cosa potrebbe succedere se un simile scenario si replicasse in aree molto meno attrezzate a far fronte a una simile catastrofe? Un’apprensione confermata, ora, dai numeri che testimoniano ancora una volta quanta poca responsabilità ci sia nell’affrontare una battaglia che rischia di farsi veramente difficile.

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