Giù le mani da questo meraviglioso Cristiano Ronaldo, trascinatore di una Juventus quasi perfetta. Come le mani le aveva tenute giù l’Uefa, per fortuna, da Diego Simeone. Due gesti a distanza di poche settimane, simili, a indicare le parti bassi. Una movenza volgare quanto antichissima, a indicare una presunta, smisurata virilità che nel gergo calcistico si traduce con carattere, grinta, “garra” come dicono gli argentini. Non proprio un bel vedere, per carità. Ma la gogna mediatica alla quale tecnico e attaccante sono stati sottoposti era francamente evitabile.Di “tribù dei trogloditi” parla addirittura Repubblica, mentre tanti tifosi invocano addirittura una squalifica. Che non arriverà, per fortuna. E aiuterà magari i detrattori di CR7 (come quelli di Simeone ancora prima) a rendersi conto che sì, certe usanze quasi tribali non sono certo d’esempio per i bambini che osservano dalle tribune, ma sono di gran lunga preferibili a certi fallacci o simulazioni di cui i campi, ahimè, sono ancora pieni. Errori dettati dall’adrenalina di una partita importantissima, di quelle che arrivano una volta all’anno. Che fanno battere forte il cuore, la testa un po’ meno. Quelle sfide, guarda caso, decise dai campioni.

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