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Il “metodo Lega”: decine di dipendenti di partito pagati con i soldi pubblici

Dipendenti della Lega pagati con soldi pubblici invece che con i fondi del partito, con un meccanismo che ha permesso al Carroccio di risparmiare non pochi milioni e del quale avrebbero beneficiato tanti volti noti dell’arco parlamentare italiano. La denuncia arriva dalle pagine della testata Fanpage.it, che cita una fonte interna alla galassia verde che avrebbe lavorato fino al 2017 all’interno dell’amministrazione.

Stando a quanto rivelato, il “trucchetto” sarebbe stato introdotto nel 2003, quando in Lombardia c’era l’attuale vice segretario federale Giancarlo Giorgetti. Un pratica che, si legge sulla testata, sarebbe stata poi portata avanti anche da Matteo Salvini. “I gruppi regionali, detti anche gruppi consiliari, esistono in tutte le regioni. La legge prevede che siano finanziati con soldi pubblici, provenienti per lo più dalle imposte pagate dai cittadini. Di quanto parliamo? La Lega nel quinquennio 2013-2017 ha incassato contributi pubblici per circa mezzo miliardo di euro. E questo solo considerando la regione Lombardia”.

“Tutto dipende dal numero di consiglieri regionali eletti: più un partito ne ha, più ha diritto di incassare. La legge pone però dei limiti. Dice che questi soldi possono essere spesi esclusivamente per l’attività del gruppo regionale, non per quella del partito. Ma partire dal 2003 e fino almeno alla fine del 2017 ha usato soldi pubblici per pagare i propri dipendenti”. Il trucco sarebbe stato inaugurato nel 2003, poco dopo l’elezione di Giorgetti a segretario regionale della Lega in Lombardia: “Facciamo figurare che il gruppo assume del personale che in realtà lavora qui da noi in Lega”.Ai dipendenti sarebbe andato bene, perché l’alternativa sarebbe stata quella di fare i collaboratori a progetto della Lega: “così invece risultavano dipendenti della Regione, con cinque anni di contratto assicurato”. Si parla di 15-20 persone solo in Lombardia, più altre in vari consigli regionali. “Poco dopo l’arrivo di Salvini –  racconta la fonte – una persona face causa di lavoro alla Lega Lombarda denunciando proprio quello: che lui aveva il contratto con la Regione Lombardia ma in realtà lavorava per il partito. Salvini decise perciò di mascherare un po’ la cosa. Mantenne i vari contratti con il gruppo regionale, ma iniziò a fare andare le persone due giorni alla settimana in Regione e gli altri tre in via Bellerio. In questo modo i vari dipendenti facevano presenza in Regione, presso il gruppo Lega, timbravano il cartellino e poi tornavano in via Bellerio”. Secondo Fanpage gli stipendi erano in media di 1700-2000 euro netti al mese, e il sistema sarebbe andato avanti dal 2003 ad almeno la fine del 2017, per un totale di circa 7 milioni di euro.

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