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Qatargate, il Pd si chiama fuori: “Siamo parte lesa”

L’inchiesta sul Qatargate della magistratura belga rischia di allargarsi a macchia d’olio e di coinvolgere altri personaggi illustri delle istituzioni europee. E così il Partito democratico italiano, così come altre forze politiche, decide di correre ai ripari pubblicando una nota ufficiale in cui il partito guidato dal segretario dimissionario Enrico Letta si dichiara “parte lesa” nella vicenda e annuncia la sua costituzione di parte civile nel futuro processo.

Qatargate, la reazione del Pd

Intanto, sul fronte delle indagini, pare ci sia già una ‘gola profonda’ che sta spifferando agli inquirenti tutto quello che sa sul presunto sistema di corruzione che dal Paese del Golfo Persico faceva arrivare nelle tasche di parlamentari e loro collaboratori centinaia di migliaia di euro in contanti. Si tratta di Francesco Giorgi, il compagno della ormai ex vicepresidente dell’Europarlamento, la greca Eva Kaili, nella cui abitazione sono stati sequestrati circa 750mila euro in contanti. Sono clamorose le prime dichiarazioni che filtrano di Giorgi, già collaboratore di un altro arrestato, l’ex europarlamentare Pd Giuseppe Panzeri.

“Il Pd, in questa vicenda, è parte lesa e si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario in corso. Analogamente terremo atteggiamenti inflessibili in linea con il nostro Statuto nei confronti di eventuali esponenti del Pd coinvolti. – si legge in una nota resa pubblica dalla segreteria del Pd – Siamo sconcertati per le notizie relative all’inchiesta giudiziaria in corso a Bruxelles. Notizie che ci spingono e tenere una linea dura e ad esigere la massima inflessibilità”, prosegue il comunicato.

“Gli atti e le condotte che stanno emergendo sono, infatti, di una gravità assoluta e minano la reputazione dell’istituzione, il Parlamento europeo, che per noi è il cuore della democrazia. – sottolineano ancora gli esponenti del Pd – Chiediamo alla magistratura di fare piena luce e alle istituzioni europee di essere inflessibili nell’assumere tutte le misure necessarie. Abbiamo chiesto inoltre la costituzione di una commissione di inchiesta del Parlamento europeo che, nel più breve tempo possibile, possa fare piena luce su quanto accaduto”.

“Quel che è certo è che tutti gli atti parlamentari dimostrano che gli eventuali tentativi di influenzare le decisioni assunte dalla delegazione del Pd al Parlamento europeo si sono rivelati infruttuosi, visto che le posizioni assunte e i voti espressi sono stati i più rigidi nell’esprimere una dura condanna del Qatar su questioni di fondamentale importanza, in particolare sul versante dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori”, si conclude così la nota dei Dem sul Qatargate.

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