Si parla ormai da mesi di un possibile partito di Conte, una formazione-fantasma che al momento non esiste ma che viene già pesata dai sondaggisti, sicuri che prima o poi l’attuale premier si lancerà nella sua personale avventura politica. Come guida di una coalizione di centrosinistra? Probabile, e d’altronde l’ipotesi era stata già avanzata, tra il serio e il faceto, da Rocco Casalino in passato. Ma quando varrebbe, oggi, una lista guidata dall’Avvocato del Popolo? E come cambierebbe gli equilibri nel panorama partitico italiano?
I numeri dicono che a uscire indeboliti sarebbero anche dem e grillini, che però si ritroverebbero a poter contare su un leader sicuro che garantirebbe la tenuta della pattuglia giallorossa e, nel complesso, aumenterebbero le chance di successo. Con i Cinque Stelle a pagare, però, il prezzo più alto in termini di consenso.
Conte è d’altronde ormai il faro al quale guarda una parte della formazione pentastellata, lacerata dai conflitti interni e sempre più prossima a una scissione. Il premier potrebbe garantire, unico forse in questo, danni minimi: molti, infatti, sono pronti a scommettere sulla sua leadership, anche tra chi guardava con scetticismo all’accordo con il Pd. Limitare il numero di fuggitivi è fondamentale per la sopravvivenza dell’esecutivo. Per questo la scommessa migliore sembra a tutti l’Avvocato del Popolo.Gli elettori di centrodestra voltano le spalle a Salvini: la sua leadership ora traballa