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Il principe saudita amico di Renzi “approvò il piano per uccidere un giornalista”

Il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman sarebbe il mandante dell’operazione “cattura o uccidi” che portò alla morte del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. A dirlo è la Cia, che in un rapporto diffuso dall’amministrazione americana ha ricostruito l’operazione: il reale avrebbe approvato la creazione del commando dell’intelligence che nell’ottobre del 2018, con due velivoli di una sua compagnia aerea, volò ad Istanbul, attirò con un tranello il giornalista nel consolato saudita, lo aggredì, lo uccise, lo smembrò e lo trasporto in alcune casse fuori del consolato.

Il principe saudita amico di Renzi "approvò il piano per uccidere un giornalista"

Nel dossier si legge che “gli agenti non avrebbero eseguito interventi sul giornalista senza l’autorizzazione superiore. Basiamo questa valutazione sul controllo del principe saudita sul processo decisionale nel regno, sul diretto coinvolgimento di un consigliere chiave e di membri della cerchia di Mohammed bin Salman nell’operazione, sul sostegno del principe ereditario all’uso di misure violente per silenziare il dissenso all’estero, incluso Khashoggi”.

Il principe saudita amico di Renzi "approvò il piano per uccidere un giornalista"

Nel documento dell’intelligence si afferma anche che il principe vedeva il giornalista dissidente come una minaccia al regno e sostenne ampiamente l’uso della violenza se necessario per metterlo a tacere. Lo studio americano elenca anche 21 persone che gli 007 americani ritengono complici o responsabili per la morte del giornalista. Il rapporto era pronto da mesi, ma in precedenza Donald Trump aveva voluto tenerlo riservato per rilanciare gli accordi politici ed economici con la famiglia regnante degli Al Saud. Joe Biden ha invece voluto rendere pubblico il rapporto.

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Un rapporto che getta ombre sinistra sulla famiglia reale alla quale sembra particolarmente legato Matteo Renzi, che nei giorni scorsi era stato al centro di una polemica feroce per essere volato, subito dopo aver innescato la crisi di governo, proprio in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza (per cui pare abbia anche ricevuto 80 mila euro per la sua presenza) dove si era trovato faccia a faccia proprio con il principe ereditario. Un incontro durante il quale non aveva fatto mancare apprezzamenti e complimenti, nonostante sul suo coinvolgimento diretto nell’omicidio di Jamal Khashoggi ci fossero già ampi sospetti.

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