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Il rugbista italiano Cherif Traoré umiliato dai compagni: “Una banana nel mio regalo”

Ennesimo episodio di razzismo, o presunto tale, nello sport italiano. Stavolta nel mondo del rugby. A denunciare la brutta avventura accadutagli è direttamente il protagonista della vicenda. Si tratta di Cherif Traoré, pilone di origini guineiane del Benetton Treviso e della Nazionale italiana. In un lungo post pubblicato su Instagram, Traoré racconta che, durante la tradizionale cena di Natale con la sua squadra, ha ricevuto nel suo regalo un sacchetto contenente una banana marcia. Un gesto che il campione ha interpretato come razzista. Dura anche la reazione della società.

Cherif Traoré

“Sta arrivando Natale e come da tradizione in squadra è il momento del Secret Santa. – racconta Traoré su Instagram – Un momento conviviale e scherzoso. Un momento dove ti puoi permettere di fare regali anonimi ai tuoi compagni, di quelli anche pungenti, ironici. Ieri, quando è stato il mio turno, all’interno del mio regalo ho trovato una banana. Una banana marcia, dentro un sacchetto dell’umido. Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male è vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale”, si sfoga il campione.

“Sono abituato, o meglio, mi sono dovuto abituare a dover fare buon viso a cattivo gioco ogni volta che sento battute a sfondo razzista per cercare comunque di non inimicarmi le persone vicine. – spiega ancora Cherif Traoré – Ieri è stato diverso però. Fortunatamente, alcuni compagni, soprattutto stranieri, hanno cercato di supportarmi”.

“Fuori dall’Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all’interno di piccole realtà, e questa volta voglio dire la mia. – prosegue il post del rugbista – Non ho dormito tutta la notte. A questo Secret Santa erano presenti anche ragazzi giovani, di origini diverse. Ho deciso di non stare in silenzio questa volta per fare in modo che episodi come questo non succedano più per evitare che altre persone si ritrovino in futuro nella mia situazione attuale. E sperando che il mittente impari una lezione…”, conclude così il suo atto di accusa.

La reazione del suo club non tarda ad arrivare. “Benetton Rugby tiene a ribadire di aver sempre condannato con la massima fermezza ogni espressione di razzismo o forma di discriminazione. – si legge in una nota della società – Non fanno parte della nostra cultura e non rappresentano la nostra identità ed i nostri valori. Lo abbiamo sempre dimostrato con i fatti, non solo con le parole, e continueremo a sostenerlo con forza. Comportamenti simili non hanno nulla a che vedere con lo sport. E davanti ad episodi del genere Benetton Rugby sarà sempre dalla parte del rispetto delle persone, della loro cultura, della loro etnia, della loro fede e della loro dignità”.

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